1. Madrina putativa 2


    Data: 20/10/2018, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Non fanno in tempo, i due amanti, ad uscire dal cancello del villaggio, che Francesco è nel mio bungalow; lo aspetto con addosso solo il quasi invisibile slip del costume; mi stringe fra le braccia, incolla la bocca alla mia e mi perlustra tutta la cavità; tra le cosce, sento rizzarsi una mazza di grandi dimensioni; verifico che, in quello, ha preso da suo padre; a suggerirgli come usare il suo gioiello, provvederò io, a costo di scatenare una guerra; almeno tra le cosce e nel ventre lo voglio!
    
    Mi vuole anche, lui, con tutto se stesso, e comincia a strofinarsi sul mio corpo; lo sento sui capezzoli che si induriscono a contatto col torace muscoloso, sulle cosce che assorbono il calore delle sue forti come tronchi, nella vagina stimolata dal tronchetto che dal suo ventre picchia duro contro il pube, nelle labbra, nel cuore, nel cervello; mi siedo sul bordo del letto, gli tiro giù il bermuda e porto alla luce la sua mazza straordinaria.
    
    La tengo con due mani e mi perdo con lo sguardo nelle vene che la attraversano, nella cappella grossa e dolce da leccare, nei testicoli gonfi di voglia; li prendo delicatamente in una mano, mentre l’altra scivola sull’asta in una masturbazione delicata che gli fa gonfiare il sesso al limite dell’esplosione; accosto le labbra e prendo i testicoli in bocca, uno per volta, e li succhio delicatamente e golosamente; sento gli spasmi del piacere e mi eccito.
    
    Quando sposto la bocca sulla cappella, stacco la mano e la porto tra le cosce a ...
    ... titillarmi il clitoride; cominciano i piccoli orgasmi che scarico dalla bocca sulla mazza; prendo le sue mani e le porto acrobaticamente sui seni; afferra tra le dita i capezzoli e li titilla provocandomi sferzate di piacere; guido la cappella con la lingua fino all’ugola e succhio come un’idrovora; freme e si agita; stringo i testicoli per evitare l’eiaculazione precoce; mi guarda con amore; ricambio lo sguardo, con la bocca piena di lui.
    
    Mi spinge il fallo in gola, facendomi rischiare conati e soffocamento; afferro la parte dell’asta che resta fuori dalle labbra e la uso per regolare la spinta e la penetrazione; capisce immediatamente e si adegua; mi copula a lungo in bocca; lo mando a sdraiarsi con me sul letto e continuo la fellazione; gli monto sopra a contrasto e gli porgo la vulva da leccare; sfila lo slip e si lancia a succhiare mordere, divorare; gli prendo la testa, lo freno e lo porto a fare con garbo e lentezza.
    
    Dopo esserci succhiati l’anima dal sesso per un periodo che appare, al tempo stesso, infinito e momentaneo, ci rilassiamo sdraiati supini sul letto; io tengo in mano il fallo sempre duro e lo carezzo senza intenzioni; lui mi stringe la vulva, infila un dito in vagina e la solletica dolcemente; sembra che abbiamo esaurito l’adrenalina iniziale e che sia subentrata una voglia di amarci, di parlare quasi a spiegarci e spiegare perché tanta passione.
    
    “E’ vero che ti sei prostituita in un bordello?”
    
    “Talvolta lo faccio ancora … “
    
    “Com’è, allora, che ...
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