Profusione incontenibile
Data: 10/02/2018,
Categorie:
Etero
Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu
A ben vedere, ripensandoci diligentemente bene oggi, il nome Letizia non era per nulla l’appellativo che le era compiutamente conforme addosso, quello che inizialmente le era stato affibbiato dalla nascita pensavo io, perché quest’aspetto caratteriale lo assimilai notandolo ben presto la prima volta che i nostri occhi si sovrapposero, in occorrenza delle consegne nella stessa giornata che venni decentrato nella moderna dimora della società in cui operavo.
Lei era la dirigente superiore della divisione d’un reparto d’ottica specialistica, la coordinatrice dittatoriale d’ogni componente e di qualsiasi parte costruttiva venisse assemblata, perché il materiale che doveva essere messo in commercio poteva uscire dalla fabbrica solamente dopo che lei stessa lo aveva passato minuziosamente al setaccio, in quanto doveva essere indiscutibilmente certa di garantire la globale resa finale per il quale era stato progettato, per la perfetta funzionalità degli stessi e in ultimo per la totale soddisfazione degli equivalenti consumatori. Aveva, infatti, con tutti i suoi assistenti e nondimeno con i suoi stretti cooperatori un contegno distaccato, imperturbabile e neutrale, rivolgendosi a chiunque sì con attenzione, diligenza ed educazione, ma sovente con la precisa intenzione, ogni volta avvalorando e sottolineando chi fosse il direttore e chi il dipendente sottoposto.
Io avevo già avuto modo nell’ambito lavorativo di coadiuvare con donne di rango più elevato del mio, ma lavorando ...
... costantemente in generale armonia e in benevolo rapporto, senza mai subirne l’influsso o di patirne lo spirito di compensazione, accompagnato frequentemente da quello di rivalsa peraltro tipico d’ogni donna in carriera. Letizia era però si distingueva, era differente e inconsueta, lei era la dottoressa ‘verde limone’, come la soprannominavano in codice i dipendenti all’interno della ditta, per la sua connaturale e istintiva propensione d’essere acidula e asprigna così come quando s’addenta un limone non pienamente maturo, che ti lasca in bocca quel retrogusto agro e brusco. Letizia, invero, non doveva rifarsi di niente, non credo ci sia mai stato un uomo capace di soggiogarne né altrettanto valente da sottometterne l’indole da comando energica, inflessibile e volitiva che aveva indosso.
Era proprio in quel modo, pressappoco distaccato e glaciale nel suo contegno d’apparire e di porsi, ma paurosamente risoluta e perentoria in ogni azione che ultimava. Ciò nonostante, fin dalla prima volta, compresi che non mi sarei trovato male con lei, perché la mia concretezza e la mia delicatezza erano in realtà espedienti adatti e idonei per ammorbidire quell’apparentemente fredda statua di marmo. Il suo fisico era scarno, quasi deperito, con i fianchi stretti, discretamente modellati, giacché ne esaltavano la figura stretta dentro gl’indumenti molto aderenti come una seconda pelle. La chioma nera le copriva un viso geometrico, mentre i suoi occhi di colore blu cobalto, la cosa più ...