1. Jerom e la sua disabilità


    Data: 04/10/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: pomponio, Fonte: Annunci69

    ... sulle spalle, un bel naso di una certa importanza forse ereditato dal padre e due occhi celesti da sembrare due acquamarina…e che dire di quella bocca, labbra che urlavano baciami, baciami…
    
    I suoi amici ce lo presentano e io stavo ancora a bocca aperta quando gli ho stretto la mano, una stretta forte e sicura che mi ha messo ancor di più in imbarazzo, cosa che credo lui abbia notato dato la strizzatina d’occhio e il sorriso che mi ha fatto.
    
    Dopo i convenevoli andiamo tutti in una pizzeria poco lontana, raccomandata dai trevisani.
    
    Me lo sono guardato tutta la sera, incrociando spesso i suoi occhi e scambiandoci qualche bel sorriso profondo e interrogativo.
    
    Finita la serata, ci siamo scambiati il numero di telefono promettendoci di sentirci o vederci a breve, tanto a breve che l’ho sentito il giorno dopo. Mi ha chiamato chiedendomi di cenare insieme da qualche parte, naturalmente ho accettato accannando tutti gli altri ma senza dire che sarei uscito con lui.
    
    Con quel suo accento particolare, Jerom mi ha parlato, stranamente, tutta la sera del suo incidente e del problema che cominciava ad accettare ma che gli creava disagi non tanto personali ma che leggeva negli occhi degli altri come pietà, cosa che non aveva visto nei miei oltre ai rapporti con le ragazze sia fisici che di approccio.
    
    L’unica mia risposta è stata che con la sua bellezza, la simpatia e il suo sex appeal non doveva affatto preoccuparsi né per il lavoro né per i rapporti con le ragazze né ...
    ... del comportamento altrui, bastava essere sé stessi sempre e vivere la vita tranquillamente, aggiungendo:
    
    “Sei talmente “fico” che me te farebbe pure io”
    
    Ricorderò tutta la vita la sua fragorosa risata e l’abbraccio che mi ha dato con quelle manone impressionanti sussurrandomi che per certe cose non era portato…cancellando ogni mia speranza.
    
    Accompagnandomi a casa mi ha invitato ad andare con lui a prendere un po' di sole in un certo posto che aveva scoperto lungo il Sile poco fuori città, il giorno dopo sarebbe stata domenica e sarei stato libero tutto il giorno.
    
    Pranzo al sacco portato da Jerom e partenza quasi di buon’ora verso la giornata al fiume. Un posto molto isolato, non amava essere visto da altri per il suo problema. Ci stendiamo al sole in uno spiazzo dietro un boschetto di salici e lui si toglie solo la canotta rimanendo con i pantaloni lunghi. Gli prendo le mani e gli dico:
    
    “Senti, amico mio, mettiamo subito le cose in chiaro, siamo venuti a prendere il sole e non mi piace che tu tenga, con i pantaloni anche la vergogna e il disagio, con me non hai nulla da vergognarti, sai il lavoro che faccio e come la penso, non c’è nessun problema, anzi, il problema lo crei a me considerandomi uno che giudica, che non è in grado di capire, se sono con te, mi vai bene per come sei.”
    
    I suoi occhi si sono illuminati e mi ha dato un bacio in fronte prima di togliersi i pantaloni e chiedendomi cosa dovesse fare con la protesi e, prontamente, gli ho risposto di ...
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