La Baronessa Zelda
Data: 03/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Lesbo
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
... stravagante era il fatto che pur essendo la figlia di uno dei più importanti burocrati della corte non si era sposata. Si diceva che si era innamorata di un nobile, ma che il loro matrimonio, come tutti i matrimoni tra persone di caste differenti, non era stato possibile e quindi lei delusa si era rifugiata in quel lavoro, era una delle poche donne di quella comunità che occupava un posto di responsabilità. Le regole che Ardea, come tutte le sue compagne, apprese erano semplici. Ogni mattina prima che il sole arrivasse all’apice ci sarebbe stata la prima monta, la seconda sarebbe avvenuta al tramonto, dopo le monte le schiave avrebbero mangiato. Durante la mattina o il pomeriggio le schiave potevano gironzolare per il giardino che stava sul davanti, quello di dietro era a disposizione degli stalloni, così come la sala del primo piano era a disposizione delle schiave e quella del piano terra degli schiavi. Prima delle monte le schiave dovevano ritirarsi nelle loro camere e lavarsi. Lei stessa sarebbe passata a prenderle e le avrebbe condotte nella sala della monta. Dopo averle spiegato queste cose la sovrintendente le disse: – spogliati. ‘ La giovane schiava obbedì e rimase nuda di fronte alla donna che si avvicinò e con gesti professionali la visitò, in piedi nel mezzo della stanza. Astra la penetrò con il dito medio e constatò che la schiava aveva perso la verginità, erano improbabili, ma non rari i casi in cui in quel luogo arrivava qualche vergine, in quelle occasioni si ...
... provvedeva immediatamente, la schiava veniva legata al letto e veniva bendata poi la sovrintendente chiamava uno stallone e la faceva sverginare. La sovrintendente la tastò tra le gambe e sul seno. Ardea arrossì ed abbassò gli occhi, ma non protestò. La sovrintendente l’accarezzò sulla vulva mentre con l’altra mano le titillava i capezzoli. Mai una donna l’aveva toccata così e Ardea si sentì morire dalla vergogna, s’irrigidì e si morse le labbra per non protestare, mentre l’altra continuava a tastarla senza curarsi di lei. Poi le fece aprire la bocca e mentre una mano di Astra continuava a sollecitarla in basso l’altra la sondò nelle cavità orali, tutti quei titillamenti ottennero lo scopo di farle venire la pelle d’oca. Soddisfatta Astra l’abbandonò e sorrise. ‘ Preferivi farti visitare da un uomo. ‘ Questa volta la schiava dovette rispondere. ‘ No signora. Grazie per la visita. – ‘ Sei calda ed appetitosa, sarai la gioia dei miei stalloni. Indossa quella vestaglia, sarà la tua divisa per tutto il tempo che passerai da noi. –
Le schiave indossavano tutte una leggera e trasparente vestaglia come quella di Ardea, dietro di lei c’era Rona, ciò le diede un po’ di coraggio, ma non bastò a tranquillizzarla. Condotte dalla sovrintendente arrivarono in una sala del seminterrato dove lungo una parete c’era una staccionata di legno. Nella sala le aspettava Nara la serva della sovrintendente ed il prefetto che assisteva sempre alla prima monta, era un uomo anziano che si eccitava ...