La Baronessa Zelda
Data: 03/10/2018,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Lesbo
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
La puledra entrò nell’affollata piazza del mercato scalpitando, era nervosa, sudata e soprattutto impaurita. I primi che la videro rimasero senza parole, poi un brusio si alzò dalla folla, i più anziani disapprovavano, ma i più giovani si accalcavano, per vedere meglio, intorno alla cavallina che era sempre più impaurita e che ormai avanzava tremante, al passo. La cavallina era una giovane donna di circa venticinque anni, esile nel corpo, ma con gambe robuste e polpacci muscolosi. Trainava il calesse della sua padrona, una nobildonna, un po’ più giovane della sua schiava, che vedendola incerta e smarrita le affibbiò due belle frustate sulla schiena seminuda e la costrinse a proseguire verso il lato della piazza dove sul muro del palazzo delle guardie c’erano gli anelli per legare i cavalli. Un carretto seguiva il calesse della nobildonna, ma questo non aveva suscitato particolari interesse, era infatti trainato da due forzuti giovanotti ed a bordo di esso si trovava la serva della nobildonna. Agli schiavi di sesso maschile, utilizzati come cavalli, gli abitanti del villaggio erano abituati, gli schiavi più forti venivano impiegati così da quando quella comunità era arrivata nella valle, e non era una prerogativa dei nobili, anche i più ricchi artigiani del villaggio li utilizzavano a quel modo, sia per lavoro che per diletto, ma una donna utilizzata come puledra era la prima volta che si vedeva. Visto che la plebaglia, composta di artigiani, sfaccendati, schiave e schiavi non ...
... si faceva da parte la giovane nobildonna diresse qualche frustata anche su di loro e si aprì la strada verso un posto libero. Ai ganci della parete del palazzo delle guardie erano già legati alcuni puledri con i rispettivi carretti o calessi.
Era giorno di mercato e la giornata splendida e soleggiata aveva spinto molte nobildonne a scendere in paese dai loro palazzi sistemati in collina per fare compere. La piazza del villaggio era affollata e così pure i locali che sorgevano intorno ad essa, trattorie e cantine erano piene. Sulla piazza oltre al comando delle guardie c’era anche il tribunale e quello era giorno di udienza, il tribunale era anch’esso un luogo che attirava molta gente. Le donne della valle, a qualunque ceto sociale appartenessero, indossavano lunghe vesti che arrivavano alle caviglie, le differenze si manifestavano nella ricchezza dei tessuti e del taglio. Le nobili indossavano vesti riccamente colorate e ricamate, in genere, almeno nella bella stagione, tenevano il capo scoperto, mentre le mogli degli artigiani indossavano vesti ordinarie e spesso portavano una cuffia in testa. Un’altra differenza stava nella biancheria intima, le nobili, soprattutto se giovani, indossavano reggiseni e mutande di seta o del cotone migliore e più fine, si trattava spesso di tessuti ricamati, infine portavano calze di seta; le donne del villaggio indossavano biancheria di cotone e calze di cotone o lana, dipendeva dalla stagione. Anche i vestiti dei nobili erano raffinati e ...