1. Scopamico 3/3 - Parola e silenzio


    Data: 01/10/2018, Categorie: Etero Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti

    ... voluto essere teletrasportata in Nuova Zelanda. Quando mi ripresi un po' mi rivestii (psicologicamente certe cose sono più efficaci se si evita di farle a sedere scoperto...) e gli riversai addosso una scenata da spaccare i vetri. In quel momento ero convinta che non l'avrei più rivisto, eppure non andò così.
    
    Non solo continuammo a frequentarci, ma il sesso anale entrò in qualche modo a far parte dei nostri sex talk, sia pure in modo un po’ obliquo e scherzoso. Erano cose tipo "ma vedi d'annaffanculo", "guarda che se qui c'è una che c'è andata...", oppure “a Fe’, ma me stai a pijà per culo?”, “già fatto, piccola”.
    
    Ah già, uno dei suoi modi preferiti di chiamarmi era “piccola”. In particolare quando voleva essere strafottente e in particolare quando la sua strafottenza si indirizzava sul sesso. Non me la prendevo, sapevo che era un gioco anche quello e anzi mi piaceva.
    
    Rifacemmo anche sesso anale, ma non tante volte. Non entrerò nei dettagli (se ci tenete magari un giorno faccio uno spin off, ok?), tuttavia anche lì era caduto un tabù. Non so se riesco a spiegarmi, ma averlo fatto non per una “promessa d’amore” con il mio ragazzo, e anche se in quel modo forzato, rappresentò un cambiamento. Non dico che divenne un’opzione come un’altra – non lo è nemmeno adesso – ma mi fece entrare in una dimensione erotica che allora nemmeno sospettavo. Questa però è proprio un’altra storia che non va raccontata qui.
    
    Lo so che qualcuno/a storcerà il naso anche di fronte alla ...
    ... "promessa d’amore", lo capisco. Ma se sapeste quanto si può essere... sceme, a volte. Forse c’è chi mi potrà comprendere, anzi è probabile: a quanto mi risulta non sono l’unica che conosco a essere così cogliona.
    
    Resta da scrivere solo una cosa, di questa storia. Ovvero: se è stata così bella, incosciente, importante, perché non è andata avanti? Perché, invece magari di trasformarsi, è finita?
    
    E’ tristemente banale dirlo, ma queste storie finiscono perché a un certo punto si consumano, si erodono, non c’è nemmeno quel collante che è il sentimento – persino quando è un sentimento finto – a tenerle insieme. Finiscono perché, progressivamente ma inesorabilmente, si smette di cercarsi. Magari te lo dici pure, c’è un momento in cui ne hai consapevolezza: “Io e Felix non stiamo più insieme come un tempo”. Oppure, come mi è successo con un altro tipo, ti accorgi che ti sei proprio rotta il cazzo di lui.
    
    Succede perché stai facendo cose diverse, ti interessa qualcos’altro o qualcun altro. Nel caso mio e di Felix andò così. E andò anche bene, se ci pensate, perché non di rado mentre la storia sta per finire, oppure è già finita del tutto, uno dei due si sveglia improvvisamente e ti dice “ehi, ma io ti amo, non posso stare senza di te”.
    
    Non fu così, per fortuna. Certi redde rationem mi hanno sempre messa molto a disagio facendomi diventare anche più stronza e cattiva di quel che sono: “mi piaci, io pensavo che avremmo potuto…”, “invece a me non me ne frega un cazzo, guarda un ...
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