Scopamico 3/3 - Parola e silenzio
Data: 01/10/2018,
Categorie:
Etero
Autore: RunningRiot, Fonte: EroticiRacconti
... la cosa era abbastanza nebulosa, indeterminata. Lui, comunque, la rivendicò come una vittoria, anche se rimase a bocca asciutta: “allora adesso ti sfondo”, “frena, ho il ciclo”. Per dir la verità non gli feci nemmeno un pompino. Non per ripicca, gliel’avrei fatto anche volentieri, credo. Solo che si era fatto davvero troppo tardi.
Si arrese? No che non si arrese. Anche in quel caso era un pomeriggio, primissimo pomeriggio: “sei in giro?”, “sì”, “ti va di essere sfondata?”. Gli risposi che era uno scemo ma mi presentai da lui con quel verbo nelle orecchie. Secondo i miei calcoli avremmo dovuto essere soli, invece a casa c'era uno degli altri tre ragazzi, Fabio. Poco male, filammo subito in camera di Felix. Nel tragitto dall'università a lì non avevo fatto altro che pensare a quello ed ero in condizioni pietose. Ci baciammo brevemente e nemmeno mi spogliai. Gli sbottonai oscenamente i pantaloni attendendo che lui facesse lo stesso con me. Le regole di ingaggio usuali avrebbero previsto un pompino, invece mi abbassai pantaloni e mutandine alle caviglie, senza neanche toglierli, e mi offrii mettendomi sul letto a quattro zampe. Il maglione di cotone nero che indossavo me lo tenni di proposito. Avevo capito con lui, proprio nei nostri incontri più brevi, il piacere perverso di farlo semivestita. Mi dava l'idea di essere una troia assoluta, buona solo per essere scopata. Era un gioco di ruolo che mi eccitava e tuttora mi eccita, anche se in quel momento lì non c'era tutto sto ...
... bisogno di trovare qualcos'altro che mi eccitasse, potete credermi. Gli sussurrai "sfondami" senza nemmeno voltarmi a guardarlo. Non ho idea di cosa dovette pensare Fabio quando mi sentì urlare (e penso proprio che mi sentì), in fondo erano passati una trentina di secondi appena da quando avevamo chiuso la porta, forse poco più. Comunque, se io ero eccitata e in gran parte auto-eccitata, lui non era da meno e mi diede una sbattuta che ancora me la ricordo. Una sbattuta accompagnata da quelle parole: "ti sfondo, lo senti come ti sfondo?". Obiettivamente non me ne fregava più un cazzo, non era il momento di pensare alla semantica. Magari gli avrò anche detto "sì" oppure gli avrò ripetuto "sfondami", anzi l'avrò certamente fatto, ma vi assicuro che non era più quello il punto, ero partita, nemmeno ricordo bene, mi ritrovai a boccheggiare per l'orgasmo. Da quel pomeriggio "sfondami" divenne però una delle mie invocazioni preferite.
Ma le novità non erano terminate, me l'annunciò dopo che il suo corpo si era adagiato sul mio a schiacciarmi sul letto.
- Annalisa, ora ti sfondo il culo...
Non era mai successo, non l'aveva mai fatto. Sì, l'aveva sempre desiderato, aveva sempre manifestato questa voglia, sin dalla seconda volta in cui avevamo fatto sesso, quando ci eravamo ritrovati a spogliarci sul pavimento del salotto e a dirci "andiamo di là, facciamo tutto". Beh, nel suo "tutto" era compreso anche quello. Nel mio no. Lo avevo sempre respinto con argomentazioni, direi, ...