1. Tutto ebbe inizio a scuola (I parte)


    Data: 28/09/2018, Categorie: Erotici Racconti, Racconti 69, Sensazioni Autore: Narratore89, Fonte: RaccontiMilu

    ... palesó da sola. Era orario di rientrare, il giorno dopo avrei dovuto lavorare fino dalle 5 del mattino così al termine della partita indosso il cappotto e vado per salutare tutti. Dopo i vari ciao ciao lei mi fa: – Scusami e la macchina mia? – Be’ mari… Se vuoi restare può portarti Giada altrimenti puoi venire ora con me. Decidi tu… – portami alla macchina dai che poi ritorno qui…. Io e Marina in macchina da soli… È fatta! O almeno quasi… Saliamo in auto e si parla, si parla e si parla. Decido di fare un giro lungo per darmi del tempo e mentre guidavo le metto un braccio dietro il collo e la stringo a me. – Certo che da qui la vista è ancora meglio Dico con un sorriso – E la strada chi la guarda? Replica lei – Pensaci te.. che vuoi fare solo il passeggero? Rispondo ridendo. Lei non rise, era seria e la cosa non mi piacque. Per la prima volta mi sentivo a disagio e questo aveva fatto cadere tutta la mia spavalderia. dal nulla lei mi fa: – Sai perché sono venuta in auto con te? – Perché io so guidare e tu no? – Perché mi piace quando mi si ordina di fare una cosa… Parole a caso a 1 km dalla destinazione. Rifaccio il giro lungo perché ero rimasto un po’ interdetto: – Prendimi una birra donna! Incalzo ridendo – Se ce l’avessi te la prenderei… Lei sempre seria. Non ci sto capendo più niente… Che cos’è questa remissione adesso. Era la domanda che mi tormentava… Non ci credevo, era uno scherzo: – Ma va a cagá che tu sei una femminista convinta, figurati se ti piace ricevere ordini ...
    ... Dico ridendo. – Mettimi alla prova allora Disse lei guardandomi dal basso visto che eravamo ancora abbracciati. Lancio il cuore oltre l’ostacolo allora: Prendo una la mano attorno al mio collo e la metto nella scollatura. Un nuovo mondo… Un caldo ed una morbidezza che nemmeno nelle mie fantasie più nascoste. Comincio a palpare e strizzare le tettone senza dire nulla, la patta gonfia diceva tutto. Lei accompagnava il mio movimento con piccoli gemiti quando le strizzavo quei chiodi turgidi che aveva come capezzoli. Raggiungo il parcheggio dove stava con la macchina, riservato e tranquillo a mezzanotte, spengo l’auto e la bacio con passione, bacio a cui lei non si è sottratta e anzi si è liberata del cappotto per permettere alle mie mani di muoversi liberamente. Mi stacco dalla bocca e mi fiondo tra le tettone immense che tanto ho desiderato e voluto: le succhio, bacio, mordicchio, lecco… Ero posseduto come un demonio e lei si lasciava travolgere tirando fuori il mio cazzo ormai duro e cementificato facendomi una sega con una maestria esagerata. Non persi tempo nel prendere la nuca ed applicare una leggera pressione verso il basso che lei va a fare sparire il pisello nella bocca, facendolo intravedere solo quando saliva da quel movimento altalenante o quando decideva di prendersene cura solo con la lingua correndo lungo l’asta oppure quando si fermava a sollazzarmi le palle con la punta della lingua senza mai lasciare il mio arnese e anzi, non rinunciando mai a farmi la sega. ...