Le avventure europee di rubie - alla scoperta dell'italia
Data: 22/09/2018,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: pato3, Fonte: Annunci69
Passarono tre giorni prima di incontrarsi di nuovo. Dopo una visita di un giorno a Bruxelles, dove le ragazze furono ospiti di un cugino di Reha, le tre viaggiatrici si spostarono in Italia. Il viaggio in Italia prevedeva come tappe Milano e Roma. Antonio, che lavorava a Milano, andò ad incontrarle. Rimasti soli, i due piccioncini decisero di trovare un po' di tempo per stare soli e partirono subito per Firenze con la sua macchina. Le altre due non ne erano entusiaste, ma, a parte quella fuga d'amore, il gruppo si sarebbe riunito pochi giorni dopo a Roma.
Rubie era completamente conquistata da lui, non vedeva l'ora di stare da sola con lui e, per la prima volta nella sua vita, di condividere la stanza d'hotel. Adesso Antonio non l'avrebbe mandata via. Avrebbero condiviso il letto, forse anche la doccia.
Lei non poteva in alcun modo aspettare. Una volta preso il cazzo non ne poteva più fare a meno, così, arrivati in hotel, l'idea della visita agli Uffizi saltò. Si sistemarono. Lui guardò fuori: erano su una via bellissima, larga, pedonale, molto frequentata di giorno.
Spalancò le finestre e disse: "Voglio che ti vedano tutti. Voglio che tu abbia più occhi addosso del David".
"Sei proprio perverso".
"Sì, e ti piace".
Lei, ancora, non aveva idea di quanto lui fosse perverso.
Si sedette davanti alla finestra, guardando le finestre del palazzo di fronte e si mise la ragazza sulle ginocchia. Cominciò a sculacciarle le chiappe. Uno, due, tre... sette, otto, ...
... nove. Il decimo fu bello forte. "Ahhh", reagì lei, cercando di divincolarsi. Lui smise. Lei però, avendo scoperto un certo piacere nel dolore, gli chiese di continuare. Altre dieci sculacciate, forti ma controllate.
Antonio si sfilò la cintura, le legò le mani e poi incastrò la cintura alla finestra. Le abbassò i pantaloni e le mutande lasciandola nuda solo dalla cintola in giù. Ancora davanti alla finestra. Sfilò la cintura di lei dai pantaloni calati a terra. E con quella cintura nera ricominciò a frustarle il culo, questa volta nudo. Fu molto delicato. Per lei l’eccitazione non era tanto nel dolore, che fu oggettivamente poco, quanto nel gesto di sottomissione. Un doppio gesto umiliante: frustata ed alla finestra. Alla fine, il sedere fu leggermente arrossato e lei continuava a miagolare eccitata anche quando lui ebbe finito.
Lui si inginocchiò e le allargò le natiche con le mani. Si mise a limonare col suo culo.
Poi infilò, molto, molto lentamente, un dito nel culo piano, piano, solo fino al polpastrello. Era già abbastanza per lei.
"Non vuoi perdere la verginità anche nel culo?"
"No ti prego"
Così lasciarono perdere per il momento il culo. Prese una piccola bottiglia di coca cola dal frigo bar e iniziò a scoparle la figa con quella. Dal lato della base, per evitare che il tappo potesse ferire la sua parte più bella. Certo quel lato era più largo, però la bottiglia era comunque una di quelle piccole degli hotel. Lei cominciò a gridare. Ancora una volta, non ...