1. Il benzinaio


    Data: 13/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Giovanni100, Fonte: Annunci69

    ... mi mette due dita in bocca per farsele leccare dopo averle tolte dal mio culo per far spazio al suo sesso facendomi sentire così totalmente suo.
    
    Godo come un porco: non so come o quando uscirò da questa casa, ma spero sia il più tardi possibile.
    
    Godo come un porco e non capisco più nulla; ma ora voglio riprendere in mano il gioco, e non solo quello.
    
    Per quanto sia massiccio, anche io non scherzo. Mi sposto e ci ribaltiamo, ora sono su di lui, gli tolgo il preservativo e finalmente ho di nuovo il suo cazzo in bocca. Pompo come non credo di aver mai fatto prima, lo sento sbragarsi sul divano e prendermi la testa per i capelli per iniziare a dare il ritmo e trarne il massimo piacere. Lo lascio fare, voglio che senta che posso prenderlo tutto come voglio io e goderne IO al massimo.
    
    “Che ciuccia cazzi che sei, che gran ciuccia cazzi, ma quanto te piace ciuccià ‘r cazzo troia?”
    
    Ammesso che possa o abbia voglia di parlare e dunque staccarmi da questa nerchia, credo che il mio parere in riguardo sia chiaro.
    
    Capisco che apprezza in maniera particolare quando con la lingua passo sopra la cappella e dunque alterno i passaggi dallo scroto fino a tornare in cima lasciandolo completamente bagnato. Con una mano gli massaggio i coglioni: sono grandi e sono certo siano davvero pieni.
    
    famme arzà, vojo venì, te ...
    ... vojo sborrà ‘n faccia troia!”
    
    NO! Ora decido io, e mentre si alza lo placco al muro dandogli l’illusione di potersi masturbare e venirmi in faccia, ma il finale sarà diverso: è facile per me ora capire quando sta per godere, il corpo si irrigidisce, tiene più vigorosamente i miei capelli, mi guarda “avvelenato” ma gli sposto la mano quanto basta per attaccarmi a questo cazzo che sta per eruttare e con la lingua mi faccio largo sulla cappella che assicuro con le labbra mentre gli tolgo completamente la mano.
    
    Il verso gutturale che ricordo annuncia una serie di getti di sperma che atterrano sulla mia lingua, tra le mie labbra e sul mio mento fino a colare per terra e mischiarsi con il mio nel frattempo eruttato.
    
    Sono stravolto. Vorrei vedermi in faccia ma posso tranquillamente immaginarmi dall’angolo dello specchio fermato a terra da due leoni dorati.
    
    Mi guarda: “m’hai sfidato, hai voluto comannà tu. Tu forse non lo sai chi comanna qui”
    
    Gli rispondo: “dalle parti mie si dice cumannà è mejo ca fotte ma a me è riuscito meglio: comando e fotto”
    
    Sorridiamo. La luce del pomeriggio evidenzia le maniglie dorate delle porte istoriate simbolo di un lusso che trascende nel cattivo gusto ed ho un brivido quando mi torna in mente quella frase detta poco prima: “Fatte rompe ‘r culo da uno der clan”
    
    Continua… 
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