1. Il benzinaio


    Data: 13/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Giovanni100, Fonte: Annunci69

    ... Oppure lo sa e vuole mettermi alla prova. Sta giocando il coglione?
    
    Durante il tragitto mi rendo conto che avrei potuto asfaltare anche un tir pur di non perdere il contatto visivo col bastardo da cui mi voglio far scopare. Ma finalmente siamo arrivati.
    
    Vive in uno di quei condomini costituiti da torri di cemento di almeno 15 piani: l’esempio classico della periferia brutta pensata per dare case a poco prezzo e, per questo motivo: brutte a vedersi e probabilmente brutte da vivere. Mi guardo in torno, è appoggiato all’ingresso e mi guarda sornione massaggiandosi il pacco in pieno giorno. Ho la saliva azzerata e allo stesso tempo ho paura che qualcuno comprenda cosa dovrebbe succedere facendomi fare una figura di merda. Il singolare è d’obbligo. Per come si comporta, sembra quasi che a lui non freghi un cazzo della riservatezza. Oppure se la sente così sicura da volermi mettere in palese imbarazzo persino con me stesso. Indosso occhiali e mascherina e mi dirigo verso di lui.
    
    Entriamo nell’androne e da lì nell’ascensore. Non c’è modo di dissimulare l’imbarazzo tipico di quando si condivide la salita o la discesa con degli estranei perché in un istante prende in mano la situazione.
    
    “Abbassete e ciuccia sto cazzo”.
    
    Con una mano mi mette in ginocchio e con l’altra mi aiuta nel tirarglielo fuori. E’ già mezzo barzotto e mi è subito chiaro perché in maniera irruenta poco prima gli avevo detto di non lavarsi.
    
    L’odore che invade le mie narici è quello che ricordavo: ...
    ... afrore tipico di maschio. Così come l’odore, anche il sapore mi ritorna in mente mentre: passo la lingua sulla cappella e incomincio ad assaporare l’uomo che ho tra le mani.
    
    Tempo pochi secondi e l’ascensore si ferma “cazzo, qualcuno potrebbe vederci aprendo la porta”, faccio per alzarmi ma Adriano mi blocca sulla parete e affonda il cazzo in gola. Lo guardo impietrito e non so se sia per il piacere o per la paura di essere visti.
    
    “nun te ‘ncaricà, l’ho bloccata io l’ascensore. Vojo fa sentì a na zoccola del sesto piano che mme carzo quanno me va che ora sto a scopà! Sti palazzi so dde cartone, e lei ce sente bene”
    
    Mi stantuffa la gola.
    
    È la tromba dell’ascensore che rimanda il suono del movimento all’interno della cabina o è tutto nella mia testa?
    
    Lacrimo, sbavo, spinge come una furia, ho i conati, si ferma. Fa ripartire l’ascensore. Probabilmente nella sua mente il segnale è stato recepito da chi doveva riceverlo. Io sono frastornato e ancora più eccitato di prima: chi cazzo è sto tipo?
    
    Arriviamo al piano di quella che suppongo sia la sua casa. Manco a farlo apposta è l’ultimo: il sedicesimo.
    
    Il pianerottolo è aperto e si sente il vento, apre la porta delle scale d’emergenza e mi ci trascina dentro. Queste dannate scale sono realizzate in rete d’acciaio: l’ideale per far venire le vertigini a chi sta fuggendo da un incendio ed ancora più terrorizzanti se si viene bloccati in ginocchio sulle paratie.
    
    “A chi cazzo dovrà far sapere che sta scopando ora?” ...