1. Di nuovo la cugina


    Data: 13/09/2018, Categorie: Feticismo Autore: Davidddd, Fonte: EroticiRacconti

    ... morbido! Tasto ogni pezzetto del suo piedino, soffermandomi sull’alluce, sulle dita, e scorrendo ogni unghia smaltata.
    
    “Posso leccarli?” Le chiedo in un impeto. Ho il respiro corto, lo sento; e l’ha avvertito anche lei. Sembra divertita.
    
    “No” ride.
    
    “Dai, sei crudele! Mi metti questa meraviglia praticamente sul cazzo e poi non me la fai gustare?”. Il mio tono è quasi supplichevole, ma poco mi importa: se dovevo supplicare per ritrovarmi con i suoi alluci in bocca, l’avrei fatto.
    
    “Non qui! Più tardi” mi risponde, ridendo.
    
    Avevo sentito bene? Mi stava dicendo che avrei potuto leccarle i piedi? Decido di farle capire quanto desidero ciucciarli in ogni minimo particolare.
    
    “Dai, F! Io vado in bagno, tu mi segui qualche minuto dopo, non se ne accorgerà nessuno, stanno giocando! Ti prego, voglio leccarti i piedi!”
    
    “No, no! Non se ne parla, nemmeno per idea! Porta pazienza, e quando avremo occasione te li farò leccare un po’, promesso”.
    
    Ha mosso leggermente il piede tra le mie mani, ed ha sfiorato il mio pene, che martellava come furibondo nelle mutande. I pantaloni bianchi segnavano un gonfiore evidente, ed F se ne accorse.
    
    “Ma hai il cazzo duro!” Mi dice.
    
    “Ti piacciono proprio allora!” Ribadisce.
    
    “Certo, Prendimi nella maniera più seria possibile: io impazzisco per i tuoi bei piedini”.
    
    Decidiamo di rivederci la sera, anche se, una volta riunito il gruppo e sbollita la situazione, F non mi sembrava più molto convinta di concedermi le sue ...
    ... estremità. Ero piuttosto sconsolato, a dirla tutta: ad un passo dal ritrovarmi con il sapore dei piedi bellissimi di mia cugina in bocca, e poi vedersi la fantasia più grande ed erotica che avessi mai avuto sfumare così.
    
    Quando sono passato a prenderla, quella sera, dopo cena, indossava ancora gli stessi tacchi. Aveva i pantaloni neri del pranzo, ma aveva cambiato il trucco, la camicia era bianca e portava una giacca di pelle.
    
    Poco dopo aver riavviato la macchina ed essere partiti, prorompe: “ci ho pensato. Ti faccio leccare i piedi. Però tu prima mi lecchi anche qualcos’altro. Per un bel pò”.
    
    Accetto al volo. Ci appartiamo, ma poi decidiamo di rientrare a casa mia, dopo una lunga chiacchierata.
    
    Parlavamo del più e del meno, dopo aver accordato il tutto, come se nulla fosse accaduto; ero al settimo cielo: avrei avuto la bocca piena del clitoride e dei piedi stupendi di F.
    
    Ci mettiamo a casa, al piano di sotto, dove ho un divanetto. Lei si sdraia, si spoglia i pantaloni e quanto è armonioso il suono della sua zip che scende rapido: RRRRRRP.
    
    Infilo la testa tra le sue gambe, mentre sento le sue cosce calde stringere le mie guance al suo pube. Incollo il naso all’attaccatura delle labbra carnose della sua intimità e premo la lingua, che a contatto con la sua pelle sottile, risulta ruvida. Geme. Mano a mano che continuo, avverto la sua schiena dibattersi, le gambe si aprono e chiudono al ritmo del mio andare su e giù, avanti ed indietro, fino a che l’orgasmo la ...