1. Di nuovo la cugina


    Data: 13/09/2018, Categorie: Feticismo Autore: Davidddd, Fonte: EroticiRacconti

    ... e, men che meno, non le ho mai lasciato intendere quanto mi piacessero le sue estremità, specie se velate da calze di nylon o avvolte da bei tacchi.
    
    Complice il caldo, e l’abbondanza di alcolici, ho raggiunto quel limite famoso un po’ a tutti per cui non ci si sente ubriachi, ma i freni cominciano a perdere la loro presa sui pensieri, e, soprattutto, sugli istinti, che cominciano a pulsare nel mio cervello al ritmo delle vene accaldate. Quanto vorrei inginocchiarmi sotto al tavolo, afferrare un piede di F e ficcare il naso dritto sotto al suo alluce. Deve essere un po’ sudato, proprio quell’arena non troppo forte, che si addice ad un piedino bello e delicato come il suo. Ho la lingua secca, ed ingollo un altro bicchierino di limoncello, mentre F continua a parlarmi degli esami in Università.
    
    “Comunque sei vestito molto bene!” Mi dice ad un certo punto.
    
    Colgo la palla al balzo, è quasi senza rifletterci, le rispondo: “grazie! Anche tu sei davvero molto bella! Mi piace un sacco lo smalto ai piedi, davvero carino”.
    
    L’affermazione deve averla colpita; ha sgranato per qualche istante gli occhi, come non avesse capito bene quello che le avevo risposto.
    
    “Cioè? Cosa ha di particolare? Voglio dire…sono stata due giorni fa dall’estetista per una pedicure, ma ci vado molto spesso e non faccio granché”.
    
    Non lascio passare cinque secondi, ormai sono lanciato, e non ho intenzione di fare marcia indietro: “Si, intendevo che sono belli i tuoi piedi, smalto o non smalto; ...
    ... molto belli, mi piacciono”. Fino a quel momento, ero convinto che il mio “coming-out” da feticista sarebbe stato più imbarazzante.
    
    Passa qualche secondo, ed F sorride, e mi chiede divertita: “ti piacciono i miei piedi? Sul serio?”.
    
    “Si, mica scherzo. Impazzisco per i tuoi piedi, F”.
    
    “A dire la verità, qualcosa avevo intuito” mi dice, con un sorriso abbozzato sulle labbra.
    
    Era verissimo. Non le avevo mai detto, prima di allora, della mia passione per i suoi piedi, ma quando ho avuto occasione di metter mano su uno dei suoi calzini usati, l’ho sempre fatto; per non parlare dell’infinità di immagini che ho sul telefono e che lei ha visto, anche solo di sfuggita, quando distrattamente tenevo aperte le gallerie tra le applicazioni.
    
    “Siediti qui” mi dice, facendomi posto al suo fianco. È poggiata al fondo della panca, e mi fa spazio al suo lato sinistro, in modo da essere un po’ isolati dagli altri tre, che nel frattempo si sono appollaiato sulla scala, per godersi lo spettacolo della pallavolo di Ferragosto.
    
    F mi poggia un tacco sulle gambe. Sto sognando? O sto guardando seriamente il suo piedino bellissimo a pochi centimetri dal mio pene? Osservo quasi sbalordito quel nell’arco morbido disegnato sulla pelle della sua pianta del piede dalla forma del sandaletto. Lo smalto riluce sotto ai piedi occhi. Senza badare troppo ad aspettare qualche altra mossa di F, poggio una mano sul tacco, e comincio a passare i polpastrelli sul collo di quella meraviglia. Quanto è ...
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