Latte e Menta
Data: 12/09/2018,
Categorie:
Racconti Erotici,
Voyeur
Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu
... Non sono riuscita a capire che lavoro facesse, sapevo soltanto che rientrava molto tardi la sera. Di giorno era quasi impossibile incontrarla in giro o sulle scale. Quando avevo l’impressione che ci fosse qualcuno da lei, mi sedevo sul pavimento appoggiando un orecchio contro la parete. Cercavo di ascoltare le voci che provenivano dal suo appartamento. Una sera ho messo le scarpe con le zeppe sul davanzale della finestra e sono rimasta a guardarle sotto i riflessi della luce al neon. Aspettavo che iniziasse a fare giorno. In uno dei cassetti dell’armadio conservavo i frammenti di uno specchio rotto sparpagliati sulle pagine di una rivista di moda. Ne ho preso uno e l’ho passato davanti al viso cercando di riflettere soltanto un occhio. Sognavo di incontrarla per caso, in giro per la città, l’avrei trascinata in un seminterrato sudicio per scoparla. L’impulso di uscire a cercarla mi ha spinto a infilarmi le scarpe, ho lasciato l’appartamento con indosso solo l’impermeabile nero e i collant. Giravo per le strade deserte, sperando di incontrare qualcuno a cui valesse la pena succhiare il cazzo. Gli autobus avevano appena ripreso a circolare. Sono salita sul primo che ho visto passare e mi sono lasciata portare fino al capolinea. Gli unici passeggeri a bordo oltre a me erano due prostitute. Dormivano con la testa appoggiata al finestrino, sedute una davanti all’altra. Il motore dell’autobus mi guidava in un sogno lucido di lampioni che si spegnevano e fari ormai inutili alla ...
... luce del mattino. A metà del percorso si sono svegliate mettendosi a parlare tra loro con la voce ancora assonnata. Ridevano dei clienti che avevano abbordato nella notte. L’autobus si è fermato dietro ad un altro in attesa, in una via della periferia vicino la tangenziale. L’autista è sceso per fumare una sigaretta e scambiare qualche parola con il suo collega prima che questo ripartisse. Mi hanno guardata restando in silenzio per un attimo e hanno ricominciato a parlare tra loro. Ho infilato una mano nella tasca per cercare la macchina fotografica, nell’altra tenevo il frammento di specchio che avevo preso dal cassetto. Sono scesa senza farmi notare, volevo cercarmi un taxi. L’idea di tornare in un autobus affollato mi terrorizzava.
Una segretaria con i capelli a caschetto e una camicetta bianca molto attillata leggeva distrattamente delle carte sulla scrivania. Rispondeva al telefono poi tornava a sporgere in avanti gli enormi seni scoperti appoggiandoli sui fogli sparsi davanti a sé. Un’altra ragazza è entrata nell’ufficio, hanno parlato per qualche istante, poi la tizia con i capelli a caschetto si è alzata in piedi e si è messa a leccarle la fica. Pasticcina stava sfogliando un album di foto seduta sul divano. “Guarda come ero giovane qui, avrò avuto al massimo sedici anni” “Vedo, un vero talento naturale”. Ho finto di non essermi accorto che stesse parlando dell’album di foto del liceo e ho continuato a parlare come se si stesse riferendo al video. “Sei senza speranza, ...