1. Latte e Menta


    Data: 12/09/2018, Categorie: Racconti Erotici, Voyeur Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu

    ... sono uscita. Quando sono arrivata in strada mi sono ritrovata in una città che non avevo mai visto prima. Come se non bastasse, a giudicare dalle auto in circolazione potevano essere al massimo gli anni ’80. Non ho pensato neanche per un attimo a rientrare nel mio palazzo, non era più quello da cui ero uscita. Camminavo lungo la strada nel pieno centro di una città del Nord Europa. Una di lingua tedesca. La neve sottile di una fredda giornata invernale bagnava l’asfalto senza fermarsi. Non c’era una ragione precisa, ma sapevo di dover raggiungere uno degli edifici lungo la strada, così ho continuato. Mi sono fermata davanti ad un palazzetto dello sport dove stavano giocando una partita di hockey. Due squadre amatoriali, all’interno era quasi deserto. Una ragazza con lunghi capelli castani, legati con la coda, e una giacca a vento nera, aspettava vicino alla pista proprio dietro le barriere di plexiglass. Era molto attraente, non ha parlato, mi ha soltanto sorriso. Mi sono seduta vicino a lei, con un gesto della mano ha chiesto se avessi qualcosa in tasca. Non sapevo cosa fare, poi ho ripensato al biglietto che avevo trovato sotto la porta. L’ho tirato fuori per mostrarglielo. Ha fissato il lato completamente bianco, come se riuscisse a leggervi un messaggio che ai miei occhi risultava invisibile. Pensavo alle lettere degli innamorati scritte con l’inchiostro simpatico. L’ha messo ...
    ... in tasca e dopo aver frugato nell’altra ha tirato fuori una pendrive blu. Non capivo se fosse più surreale la situazione in sé, o il fatto che avesse in mano un dispositivo compatibile con la tecnologia del nostro tempo. Appena l’ho presa in mano si è alzata e si è allontanata. Ho lasciato anch’io lo stadio e mi sono diretta verso un bar. Avrei voluto bere latte e menta, ma non avevo la più pallida idea di come fare per chiederlo. La ragazza dietro il bancone mi ha messo davanti un bicchiere già pronto, senza chiedere niente è tornata ad occuparsi degli altri clienti. Ho bevuto il latte e sono uscita. La strada all’esterno del bar era di nuovo quella che conoscevo, la solita via nei dintorni del palazzo in cui abitavo. Ho messo una mano in tasca per accertarmi che non si fosse trattato di un’allucinazione, ma la pendrive era lì, nella tasca dell’impermeabile. Una volta a casa ho persino cercato di inserirla nel portatile, la cartella al suo interno era vuota. Quando sono uscita a fumare sul balcone, c’erano anche loro. “Ti ha dato qualcosa?” “Una pendrive blu” “Puoi lasciarcela?” Gli ho consegnato la pendrive sul pianerottolo e sono tornata in casa. In cucina ho trovato un altro biglietto: una donna bendata con le mani legate davanti a sé. Era sdraiata sul letto nuda, in bocca un bavaglio con la pallina. Sul retro c’era scritto sempre con la solita matita blu: grazie per la musica. 
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