1. Latte e Menta


    Data: 12/09/2018, Categorie: Racconti Erotici, Voyeur Autore: Capitan_America, Fonte: RaccontiMilu

    ... vulnerabile? No, con una parola sola ancora non ci riesco. Magari però sono io che non conosco la parola. Sbaglia il bersaglio di proposito perché vuole anche l’altra parte. Troppo difficile. Irraggiungibile?” “Continuiamo dopo?” “Ancora una, era tanto tempo che non facevo questo gioco. Mi sei mancata” “Questa?” “Perversa, non ha assolutamente niente di strano, è la sua espressione in primo piano a renderla perversa. Non è possibile nascondere quello che vorrebbe reprimere con l’abito che indossa. Mi piace come riesci a catturare le espressioni dei volti. Specialmente quelle ispirate ai santi, sono impressionanti.” Le onde verdi del mare hanno ripreso ad infrangersi sulla spiaggia. “A dopo” “Questa l’ho capita, però non te la racconto, è troppo intima, molto bella. A dopo”.
    
    Ho incontrato la ragazza bionda nel portone. Abbiamo preso l’ascensore insieme. Una mano invisibile mi stringeva la gola, non riuscivo a pensare. “Sei già stata sull’isola? Sono settimane che ti aspettiamo.” Non credevo a quello che mi stava dicendo, ancora meno a quello che stavo per risponderle. “Come fate a capirvi senza parlare?” “Telepatia. Tu cosa credevi?” Si è messa a ridere e ha continuato. “Succede quando sei innamorata. Siamo innamorati. Vieni? Alcuni di noi si incontrano solo sull’isola, hanno la loro vita da qualche parte ma non si vedono mai in altro modo. A volte sono semplicemente troppo distanti, molti non parlano nemmeno la stessa lingua. Non dirlo a lui. Pensa che sia più prudente se ...
    ... non si viene a sapere, in realtà non c’è niente di strano. D’altra parte, lo sanno tutti che l’amore è un fenomeno assolutamente soprannaturale.” Appena ho messo piede nell’appartamento ho sentito qualcosa di strano nelle scarpe, come se ci fosse entrato qualcosa. Le ho tolte per appoggiarle sul davanzale. Prima di sistemarle sul loro piedistallo di marmo le ho capovolte. Quello che ho visto precipitare sul pavimento dallo stivaletto con le zeppe mi ha lasciato paralizzata dallo stupore per qualche secondo. Sabbia marina.
    
    “Mi fermo qui?” Sono salito con due ruote sul marciapiede davanti al portone di un palazzo. “Ma, fammi capire una cosa: davvero non dovrai succhiare il cazzo a nessuno per questo provino?” Teneva una mano in tasca stretta a pugno, almeno si era ricordata di portarsi dietro la moneta fortunata. Nell’altra la cartellina verde con le foto. “Ci vediamo dopo” Non mi ha dato nemmeno il tempo di risponderle, è scesa afferrando i guanti con la scritta guardian che avevo appoggiato sul cruscotto. “Ma non volevi…” Qualcuno che ti facesse compagnia, ho continuato nella mia testa. Mi sono cercato un parcheggio e sono tornato a piedi per aspettare davanti al portone. Stavo fumando un sigaro alla menta guardando le persone camminare sul marciapiede, quando mi è passata di fianco. Ha lasciato una gradevole scia di profumo. Glicine, molto intenso. Camminava con la testa bassa, capelli lunghi e scuri, sciolti su un vestito chiaro a fiori. La pelle scurissima. Appena sono ...