1. Quella volta in treno


    Data: 22/08/2024, Categorie: Etero Autore: civorrebbe1amico, Fonte: Annunci69

    ... frattempo arrivò il controllore e così chiesi se fosse stato possibile sistemarmi in quello scompartimento e alla risposta: “non c’è nessun problema tanto nessuno di questi posti è prenotato e il treno è vuoto”, non rimasi un attimo a pensarci su. Le dissi: “ Vado a prendere il mio bagaglio e torno subito, tu non scappare”. La frase la fece ridere e quel viso era incantevole. Feci molto in fretta ma prima mi misi un po’ di profumo, quando arrivai mi accorsi che anche lei aveva fatto la stessa cosa. Riprendemmo il nostro discorso e iniziammo a parlare di noi e delle nostre vite tra cui la sfera sentimentale. Lei mi disse di essere uscita da una storia non bella e dove il tipo le aveva fatto perdere tutta la stima in se stessa, io le dissi che anche se sposato, da anni non riuscivo più a sentirmi vivo con la moglie, a provare emozioni che mi facessero stare bene, lei mi disse che comprendeva e così iniziammo sempre più a scendere in particolari intimi. Nel frattempo io mi avvicinai a lei fino a scoprirmi quasi attaccato, la mia mano andò a prendere la sua che era poggiata sulla sua gamba che teneva accavallata facendo vedere la coscia. Non tolse la mano, anzi, sentii che rispose con piacere a quel contatto. Iniziai a fissarla negli occhi pur continuando a parlarle e tenerle la mano e lei ricambiava sia lo sguardo che le carezze. Piano piano la mia mano iniziò a carezzarla in maniera sempre più audace e mi resi conto che indossava le autoreggenti. Adoro la donna che usa ...
    ... autoreggenti, calze con reggicalze e quindi immaginate che gioia scoprirlo. Lei abbassò la gamba che teneva accavallata senza spostarsi dalla postura che teneva. Le mie labbra piano piano si avvicinarono alle sue mentre il mio sguardo non si staccava minimamente dal suo. Sentivo il suo respiro che si faceva affannoso, il suo petto che saliva e scendeva a ritmo sempre più veloce, si mordicchiava le labbra in maniera nervosa. Le mie labbra si poggiarono dolcemente alle sue. Erano calde, morbide, umide.
    
    Il mio bacio iniziò a farsi audace e lei corrispose. Le nostre lingue si cercavano, si avvinghiavano e quel bacio durò moltissimo. Le nostre mani iniziarono a toccarsi in maniera più intima. Lei ad un certo punto mi disse che, anche se il treno era vuoto, la porta era aperta e comunque qualcuno sarebbe potuto passare. Mi alzai, chiusi la porta dello scompartimento e tirai le tendine, aprii il trolley e presa una cintura, bloccai la porta di ingresso al vano. Spensi le luci e ritornai vicino a lei. Tirammo giù i sedili e riprendemmo da dove avevamo lasciato. Le mie mani si insinuarono sotto il vestito e iniziarono dal ginocchio a salire sempre più su mentre non smettevo di baciarla. Eravamo presi uno dall’altra e i nostri corpi rispondevano alla grandissima. La mano era arrivata al pizzo delle calze, sentivo il fruscio delle mie dita mentre salivano e quando si poggiò sul triangolino degli slip sentii un calore e il tessuto bagnato che volevano dire che mi stava desiderando. Mi staccai ...