Elisabeth
Data: 21/08/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Danmae, Fonte: Annunci69
... rigonfiamenti deliziosi, con al centro delle areole di un marrone scuro assai e dei capezzoli arroganti e puntuti.
Aveva fatto una vacanza veloce a Palermo, approfittando di un impegno di lavoro, e ci sarebbe ritornata forse, per completare un'operazione di vendita immobiliare di cui si occupava.
Quando, dopo il primo brindisi, la baciai, mi confessò che l'aveva colpita l'attenzione con cui la guardavo durante il volo. Per questo aveva iniziato a lisciarsi i capelli e poi si era fatta una treccia perfetta, che stata allineata al centro delle spalle, nel mezzo della colonna vertebrale, come un’opera di ingegneria. Sull’aereo, più lei si toccava e lisciava i capelli e si arrotolava le trecce, più io impazzivo dal desiderio.
Aveva capito che il suo carezzarsi i capelli mi aveva fatto bagnare e mi confessò che i sorrisi che mi lanciava erano dovuti al fatto che la vigliacchetta sapeva benissimo quale effetto mi provocava.
Posati sul tavolo i bicchieri, cominciammo a spogliarci. Era una cosa dolce e piena di sensualità. Lei sembrava una maestra della seduzione, ma io mi davo il mio bel da fare per farle emettere gemiti di voluttà, ad ogni slinguazzata con cui le bagnavo il collo, le orecchie, la schiena. La schiena! Dall'attaccatura delle natiche fino a dietro il collo, tra i capelli, in mezzo alla treccia, sulle labbra, con le manie con le mie labbra non le davo tregua.
Lei aveva preso il mio membro in mano e con una serie di carezze dolcissime e determinate ...
... ora me lo scappellava ora lo ricomponeva. La sua mano era bagnata dal mio umore, e lei la odorava leccandosi le dita di tanto in tanto.
Ecco! altra bella frenata! Cazzo, ma non impari niente, pensai appena in tempo. Stai correndo in discesa su una strada bagnata e sul ciglio quasi dello sbalanco! Mi ero ripreso un attimo dal ricordo, ed ero riuscito ad evitare di finire fuori strada.
Ma il ricordo prepotente ritornò.
Ci eravamo distesi e io l'avevo spinta verso la testata del letto, allargandole le game, per potere carezzare e leccare meglio l'interno delle cosce. La sua fighetta, con una strisciolina di pelle più scura sopra il clitoride mi si apriva davanti in tutta la sua bellezza. Rossa e turgida per l'eccitazione, voleva solo essere bagnata dalla mia saliva ed accarezzata dalla mia lingua. Mentre mi esercitavo a stuzzicarle le grandi, le piccole labbra, il capppuccio del clitoride, infilai indice e medio nella vagina ed iniziai a carezzarle la parete interna. Si contorceva in mezzo a spasimi di godimento, che le facevano serrare e poi riaprire le cosce attorno al mio viso.
Poi, concentrai la mia attenzione al buchetto del suo culo. Stretto e compresso, sembrava un dipinto di Giotto, tanto il cerchio era perfetto.
Non voleva venire da sola, mi richiamò chiedendomi di infilarlo nella sua vagina che era pronta e aspettava solo di essere penetrata con uno stantuffo adeguato. Non so come, ma mentre la accontentavo, spingendo e ritraendo il mio attrezzo, che le ...