Verde e azzurro - v
Data: 19/08/2024,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Doctor_S, Fonte: Annunci69
... debolezza.
L’istinto urlava dentro di me. In un tacito ruggito animalesco invocava una mia feroce reazione. Mi intimava di prenderle i fianchi, denudarla e farla mia, senza remore né pudore. Lì ed ora, davanti agli altri.
Ardua si stagliava dentro me l’ombra della mia lotta interiore, mentre le sue dita curiose andavano ad esplorare le mie pulsanti forme, come a volerle vedere col tatto. Il suo avambraccio premeva il mio glande sull’addome, immergendomi in una strana sensazione di libera costrizione e la sua mano, senza mostrare brama alcuna, misurava ogni millimetro di pelle che poteva raggiungere.
Non potevo resistere molto oltre. Dovevo agire.
Così abbassai piano il braccio che le tenevo dietro la testa e le lasciai scivolare la mano nel collo della maglietta, sotto la coperta. E lei mi lasciò fare.
Cercai di ricambiare il trattamento, quando con la sua stessa calma percorsi la pelle setosa su cui avevo più volte poggiato il viso quello stesso pomeriggio. Avvertivo il suo fremito.
Avvolsi con le dita il suo bel seno, dove un turgido capezzolo tradì in lei la medesima eccitazione che divampava in me. E me ne presi cura, ripagandola con la stessa moneta, riservandole le mie studiate attenzioni.
Lei inarcò lievemente la schiena, come a darmi pieno potere.
La strinsi piano nell’incavo della mano, così che il sangue che affluiva potesse concentrarsi lì dove anche le mie dita concentravano l’azione. Le percorrevo piano con il pollice l’aureola e la ...
... punta, seguendo uno schema imprevedibile, senza darle riferimenti, lento e sinuoso, mentre con le altre dita accarezzavo la curva che si adagiava nel mio palmo.
Ora i ruoli sembravano non esser più così definiti. Velocemente la sentivo perdere lucidità. Le sue dita tornarono ad avvolgersi attorno al mio membro, ma dimenticando la delicatezza che ne aveva fino ad allora contraddistinto il comportamento. Sembrava volersi reggere a me per trovare l’equilibrio sul bordo dello stesso baratro peccaminoso su cui mi aveva costretto, a giostrarmi con difficoltà, fino a poco prima.
Più la stringevo, più lei stringeva me.
Le avvolsi il capezzolo con l’indice, bloccandolo contro il mio pollice in modo da poterlo stuzzicare senza perdere colpi. E così fu.
Di tutta risposta lei fece scivolare le dita contro il mio addome e me lo prese in modo da tenere il controllo, cingendolo saldamente nel suo pugno.
Tirò delicatamente giù la mia pelle, scoprendomi il glande, ed iniziò a fare a me ciò che io facevo a lei.
E di nuovo la forza dell’uomo vacillò. Che stronza!
Ero bloccato in quella posizione, quasi impotente: da un lato quella stronza adorabile e dall’altro Anna. Non avevo alcun modo per scendere più a sud, verso il fulcro del suo piacere, e questo mi metteva in netta difficoltà. Speravo di riuscire a resistere abbastanza da trovare un modo per vincere in quel confronto così impari, che lentamente affievoliva i barlumi residui del mio autocontrollo.
Provai a concentrarmi ...