1. Lo Psicopatico


    Data: 12/08/2024, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu

    ... all’altezza desiderata. Questa volta l’aveva imbracata nel modo descritto e poi l’aveva portata ad un metro circa di altezza. Una posizione comoda. Per lui o per quello che intendeva farle. Il suo Master si chiamava Marco. Anche lui un quarantenne. Ma più vicino ai quarantacinque, qualche anno più di lei. Alto e prestante, con i capelli cortissimi leggermente spruzzati di grigio, ma con ancora molto nero, occhi grigi ed implacabili che la trattava come un giocattolo messo al mondo per il suo divertimento. Ma bisogna ammettere che, del suo giocattolo, Marco aveva molta cura.
    
    Un’ora prima Marco era sceso nel seminterrato dove aveva lasciato Marina per oltre mezz’ora legata, in piedi, a quel gancio, con le braccia tese in alto. La schiava era rimasta in tensione, sulla punta dei piedi, per tutto il tempo. Quando lui era ritornato giù lei era stremata. Lui si era avvicinato come un gatto fa con un topolino e le aveva sollevato il viso. L’aveva baciata sulle labbra e l’aveva accarezzata lungo tutto il corpo strizzandole i capezzoli. Lei nonostante la sofferenza lo desiderava tantissimo e tremante si era protesa verso di lui per farsi baciare ancora, ma Marco si era negato al suo ardore e l’aveva schiaffeggiata in faccia. Piccoli schiaffetti che l’avevano umiliata, lei si offriva e lui la respingeva, lei lo voleva e lui si negava. La topolina non si era fatta scoraggiare, con il corpo tremolante e bellissimo si era protesa ancora verso il Padrone, agognava i suoi baci e le ...
    ... sue ruvide carezze. Allora lui aveva allentato la corda che scendeva dal gancio e finalmente Marina aveva potuto appoggiare i piedi per terra, era alta sui tacchi vertiginosi, ma ora stava meglio che sulle punte dei piedi. Neanche il tempo di rilassare la schiena che lui, implacabile, l’aveva fatta piegare a 90 gradi e l’aveva sculacciata. Ora la schiava cercava di sfuggire, il suo corpo guizzava come poteva per cercare di evitare le pacche sulle natiche di burro, ma per lui era facile trattenerla, bastava tirare la corda ed era di nuovo alla sua portata. La puniva severamente, schiaffi o sculacciate, strizzate al seno o ai capezzoli o alla fica. Bollente. Avrebbe fatto di tutto per godere ed avrebbe fatto di tutto per lui. Però ancora non capiva che prima veniva lui e poi lei. Glielo avrebbe insegnato. Poi l’aveva imbracata e l’aveva frustata. Utilizzava un frustino corto e flessibile con cui aveva raggiunto tutti i punti sensibili della sua schiava. Lui non si spostava, faceva ruotare l’intelaiatura e portava la parte del corpo della schiava che voleva colpire dove gli veniva più comodo. Voleva le chiappe, un piccolo spostamento ed eccole a sua disposizione, un’altra piccola rotazione e la poteva colpire sulla vulva aperta o tra le cosce, la faceva tornare indietro ed il seno di Marina, o la schiena della schiava, era a sua disposizione.
    
    Non c’era una ragione precisa per quella punizione, anzi ultimamente Marina era stata brava, si era comportata davvero bene, ma a volte ...
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