Lo Psicopatico
Data: 12/08/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Lesbo
Autore: Koss, Fonte: RaccontiMilu
Lui la osservava da un bel po’, dopo qualche minuto aveva già capito che era sola, dopo qualche altro minuto l’aveva sentita parlare ed aveva capito che era straniera, ma non aveva capito di dove. Parlava inglese, ma si sentiva che non era la sua lingua La faccia era smunta, i capelli erano stopposi e le tette erano due pere un po’ cadenti. Non era sicuramente una strafiga. Però era alta, atletica, aveva belle e lunghe gambe, cosce piene. Indossava un paio di pantaloncini molto attillati ed una canotta leggerissima, non indossava reggiseno, ai piedi portava infradito, allacciata ai fianchi una giacca a vento. Non era molto normale, vero che la giornata era splendida e mite, ma eravamo solo all’inizio della primavera e lei, giacca a vento a parte, che per altro non indossava, era vestita come se fosse piena estate. Aveva circa quaranta anni. Si aggirava tra le bancarelle del mercato curiosando qua e là. Non aveva fretta, era in vacanza e faceva la turista. Era straniera ed era sola. Lui non era attratto dalle belle donne, ma da donne particolari. Queste dovevano avere molte caratteristiche. Sicuramente dovevano essere sole, questa era una caratteristica imprescindibile, poi ve ne erano altre difficilmente descrivibili che riguardavano il carattere ed il fisico della donna. In questo caso, la donna, pur non avendo un seno grosso e neanche particolarmente attraente, aveva due capezzoli lunghi e grossi. Talmente lunghi e grossi che sembrava stessero bucando quella magliettina ...
... che aveva addosso. Quei capezzoli si intravedevano bene in controluce sotto quella magliettina e lui li aveva osservati per tutto il tempo. Li aveva misurati, ammirati, desiderati’ ed era andato giù di testa. Sì, quel particolare l’aveva fatto andare giù di testa. Il sangue gli era andato alla testa e stava per commettere uno sproposito provando ad abbordarla lì sulla piazza di fronte a decine di persone. L’erezione era stata immediata e dolorosa, iniziò a deglutire faticosamente e sudare. Si impose di ritornare calmo, fino a quel momento era stato una persona molto prudente. Fino a quel momento nessuno aveva mai sospettato di lui, eppure aveva agito già diverse volte e la polizia mai era arrivata vicino a lui, anche perché nessuna l’aveva denunciato. Lui le sequestrava, le usava come voleva e le liberava il giorno stesso o al massimo dopo un paio di giorni. Prima di liberarle le drogava e le abbandonava in luoghi lontani da casa sua. Le donne o non ricordavano o ricordavano confusamente e non sapevano cosa raccontare nel caso avessero deciso di farlo. E se ricordavano, fino a quel momento, avevano evitato di denunciare. Il territorio su cui agiva era molto vasto, in effetti ora si trovava a due ore di macchina da casa sua. Girava con un furgone, il mezzo più adatto per quello che aveva intenzione di fare e che anche nel suo lavoro gli era indispensabile. Anche lui era un quarantenne solitario e poco socievole. Viveva in una casa, fuori e distante dal paese più vicino. Una casa ...