Parigina d'Autunno
Data: 04/08/2024,
Categorie:
Etero
Autore: King David, Fonte: EroticiRacconti
... fica.
Allora la prendo, la metto a sedere sul divano, con la sua faccia contro i cuscini, e la lecco nelle cosce aperte quasi dovessi mangiare il suo sesso. La sua fica è saporita, ha un gusto buono, deciso ed elegante. I suoi umori si mischiano con il burro salato, il vino rosso, le pere sfatte e le acciughe della cantabria.
“è il brunch migliore da dieci anni a questa parte” le dico.
Sono così dentro quella colazione, così convinto di quel pasto che lei se ne accorge e mi viene in bocca, ma tanto, davvero tanto, fino a bagnare anche le sue parigine. Parigi è bagnata e saporita.
Allora alzo la mia faccia dalla sua vulva, mi chino sopra di lei e le infilo la lingua in bocca. Lei me la lecca. Fa per girarsi, per leccarmi meglio, ma le dico di rimanere carponi. Allora piega la testa sul cuscino, per mostrarmi meglio il suo sesso da dietro. La prendo nella fica che è rossa e sembra stia per scoppiare. Nel frattempo anche io sono rimasto in maglione, e sotto nudo. La prendo con foga e faccio fatica a tenerglielo dentro tanto lei è bagnata. È stordita dal piacere, e viene ancora. Ha ormai perso il controllo, e emette anche dei fiati dagli sfinteri mentre la prendo da dietro.
“Scusa” mi dice “ho perso … ahhhhh”
Scusa un bel niente. Quello che le esce dal culo non fa altro che impreziosire la pietanza, si sposa alla perfezione con quella colazione salata, con l’odore del sesso che pervade quella stanza. E mi ricorda che c’è il dessert. E penso che siamo a Parigi. E ...
... che ho davanti una donna nuda, vestita di solo maglione, con uno chignon tenuto a malapena da una matita rossa, e che se non lo faccio ora non lo faccio più.
Allora mi allontano, vado al tavolo, prendo il piattino con il burro salato, ci infilo dentro tre dita, e mi riavvicino a lei; le allargo il culo con l’altra mano, e le spalmo un dito di burro sull’ano, un altro sulla vagina e il terzo glielo infilo dentro lo sfintere. Poi lo ritraggo, glielo porto alla bocca, e lei lo lecca, e lo morde. Spalmo il mio pene di burro e glielo infilo. Entra che è una meraviglia.
Lei gode di piacere e intanto morde il divano. È un’estasi autunnale. Ma non voglio venire subito. E ci sono anche altri sapore da provare. Così butto dei cuscini per terra, la faccio appoggiare supina. Le chiedo di alzare le gambe, le sfilo le parigine – una di queste aveva un buco, di cui non mi ero ancora accorto, sul tallone sinistro, che lo lasciava visibile per intero.
Mi appoggio le sue gambe alle spalle, poi i suoi piedi sul mio petto. Le infilo un altro cuscino dietro l’osso sacro, le alzo per bene il sedere, e spalmo ancora del burro sul suo ano. Poi la penetro di nuovo.
“Così avrai freddo ai piedi” le dico
“Scaldameli” mi dice lei
Mentre vado e vengo nei suoi reni, comincio a infilarmi le sue dita dei piedi in bocca, e gliele lappo. I suoi piedi hanno la pianta nera di chi cammina scalza su un parquet pieno di polvere. Hanno un odore forte, quasi insopportabile, ma questa cosa mi eccita ...