1. Area di sosta - (edm.11)


    Data: 09/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Fab80, Fonte: Annunci69

    Area di sosta - (EdM.11)
    
    (continua dall’episodio 10 “Lezione in palestra”)
    
    “Ti ho messo gli occhi addosso e lo sai, Che devi avere un kaos dentro di te
    
    Per far fiorire una stella che balla, inferno e paradiso dentro di te”
    
    (Zucchero, Baila Morena, 2001)
    
    A mezzogiorno e mezzo sono già pronto, in piedi sul balcone a guardare la strada.
    
    È perfettamente inutile: i ragazzi usciranno dal liceo alle 13.00… (a proposito, chissà come è andata l’interrogazione di italiano?) e saranno da me non prima delle 13.10, ma non posso farci niente; quando ho una scadenza divento ansioso soprattutto se devo mettermi in viaggio… i contrattempi possono essere infiniti.
    
    Controllo la tracolla… c’è tutto: chiavi di casa, documenti, moduli firmati e, ho portato anche un ricambio in caso di bisogno… in macchina potrebbe fare caldo e, oggi come non mai, voglio essere in ordine all’appuntamento con Lambordi. E non solo: ci tengo ad essere perfetto anche per i miei amici, penso mentre controllo dietro per verificare se il plug è messo bene.
    
    Il buchetto brucia un pò oggi… ma non è il plug! sono i tre calibri che ho preso ieri, in rapida successione. È stato fantastico: sentire lo sputo di Eugène sul sedere mi ha fatto dare di matto, abbiamo cavalcato all’unisono come fossimo agganciati e, (cosa più emozionante di tutte) dopo essere venuto è rimasto qualche minuto dentro di me.
    
    Mi tocco la spalla destra rievocando la sensazione della sua guancia poggiata dopo ...
    ... l’amore.
    
    Sono totalmente coinvolto dal gioco di sottomissione con i ragazzi, ma devo ammettere che c’è di più: non posso fare a meno di Eugène, ogni mio pensiero, gesto, azione sono imbevuti di lui.
    
    Perso in queste considerazioni, sento tutto il corpo percorso da una vibrazione… è come un tremolio, ma al tempo stesso è qualcosa di più… la sensazione di essere vivo, troppo vivo forse.
    
    Din DON din DON
    
    Il citofono interrompe bruscamente le mie riflessioni
    
    “ehi, siamo noi … scendi?”
    
    “arrivo!”
    
    Lascio sul tavolo un breve messaggio per mamma: “Sto andando in università per quella faccenda della borsa di cui ti ho parlato. Probabilmente farò tardi… non aspettarmi per cena e non preoccuparti. Bacione, ti voglio bene! F”
    
    I ragazzi mi stanno aspettando davanti al portoncino condominiale affacciato sulla via.
    
    Riconosco subito la mini gialla della prima sera: come allora Eugène è al volante: indossa degli occhiali da sole stilosi che pongono in risalto le linee imberbi del suo volto.
    
    Andrea e Roberto sono invece in piedi appoggiati all’abitacolo lato guida: stanno addentando corposi grissini che sbucano da un lungo sacchetto di carta tenuto in mano da Andrea.
    
    “ciao ragazzi, com’è andata l’interrogazione?”
    
    “vuoi?”
    
    “no grazie, ho già mangiato!”
    
    “guarda che sono buoni… lunghi e gustosi… alle olive!” fa Roberto estraendone uno e bacchettandomi per gioco sul capo
    
    “eh dai! Dimmi quanto avete preso… non tenetemi sulle spine!” rispondo sottraendomi ai colpi del ...
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