1. Il diavolo in trincea


    Data: 08/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Ffransis, Fonte: Annunci69

    La sagoma che emergeva dall'oscurità sembrava quasi umana, ma le linee erano sbagliate, distorte, contorte. Il cuore del capitano sbatté nel petto.
    
    Ogni movimento era sbagliato, ogni ombra un misero facsimile di umanità: quegli occhi, dove erano finiti?
    
    Una donna entrò alla luce del carro in fiamme.
    
    Fu solo quando fu crollata in ginocchio, squarciando il silenzio con i suoi singhiozzi, che le dita del capitano smisero di stringere l'elsa della spada.
    
    Due uomini ruppero il rango e corsero dalla donna, una decisione che sarebbe costata loro cara se si fosse trattato di un'imboscata. Moore ha gridato loro di rimettersi in fila, ma hanno ignorato il suo comando.
    
    I due tirarono in piedi la donna e la ricondussero alla formazione. Il tenente Santor lanciò loro uno sguardo pericoloso che avrebbe avvizzito l'uomo più agguerrito. Imbarazzati, i due soldati tornarono al loro posto sotto lo sguardo minaccioso del loro luogotenente.
    
    I capelli della donna erano bianchi come la neve per le gelate più profonde dell'inverno, linee sottili e pallide fluttuavano in una brezza leggera su un viso dolorosamente bello. Indossava una vecchia tunica grigia con pantaloni abbinati.
    
    Una contadina? pensò il capitano Feltro.
    
    "Il mio nome è il capitano Armando Feltro del regio esercito di sua maestà Vittorio Emanuele III. Ora sei al sicuro."
    
    La donna gettò le braccia al collo del capitano, stringendosi a lui con forza disperata. Sotto quella tunica c'erano le curve più morbide ...
    ... che avesse mai sentito in vita sua.
    
    "A... austriaci, lungo la strada," gracchiò, senza fiato. La sua voce era dolce e amabile, anche le sue parole, tratte da labbra tremanti, rimasero con lui molto tempo dopo che ebbe finito di parlare; la pelle della donna era calda come la febbre.
    
    Feltro le cinse la schiena con un braccio, lasciandola piangere sulla sua spalla. "Va tutto bene, ora sei al sicuro", ripeté dolcemente.
    
    Il capitano volse gli occhi su Santor che annuì in segno di comprensione; se c'erano degli austriaci sulla strada, potrebbe spiegare cosa era successo a Merro e al resto dei suoi uomini.
    
    "Come ti chiami?" chiese Feltro.
    
    Il respiro della donna uscì in fretta contro il collo del capitano e fece danzare scintille lungo la sua spina dorsale. "Alyssa."
    
    Strano nome. Ci volle un momento perché Feltro riprendesse il senno. Questa donna doveva essere una cittadina italiana che aveva bisogno di aiuto. La prese per le braccia e la allontanò dolcemente.
    
    "Vieni, dobbiamo tornare al campo. Sarai al sicuro lì." Feltro le posò una mano sulla schiena, guidandola verso l'accampamento.
    
    "Se acconsenti a restare qui per la notte, possiamo portarti in un posto sicuro domattina." Fu solo allora, quando si voltò, che Feltro notò una macchia di sangue sopra la sua spalla.
    
    "Sei ferita!"
    
    Alyssa si guardò la spalla e poi di nuovo il capitano, come se avesse notato il sangue per la prima volta. I suoi capelli chiari si arricciavano intorno a un viso che poteva ...
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