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Nei panni di mia madre - 4
Data: 21/07/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: LuogoCaldo, Fonte: Annunci69
... bocca e lasciai che si sfogasse. Mi chiavava con violenza e intanto mugolava, con la fronte appoggiata alla lamiera: “Amore …” Diceva. “Amore … È bellissimo … è bellissimo …”. E mentre gli accarezzavo le cosce e gli afferravo le natiche tra le mani sentii che l’uccello si gonfiava all’inverosimile e scaricava nella gola tutto il contenuto dei suoi coglioni. Quando entrai nella roulotte Manila mi fissò seria. Sedeva sul letto con le gambe incrociate e sfogliava una rivista aperta sul lenzuolo. Timoteo era sdraiato accanto a lei, con una canna tra il pollice e l’indice ed una spirale di fumo che gli usciva dalla bocca. “Quindi ora te la fai col figlio di Gerardo?” Mi chiese la mamma. Capii subito che era arrabbiata. “Si … cioè no … è solo che …”. Provai a giustificarmi. “Ho sentito tutto non mentire”. Sbottò. “Ti chiama Lea … non gli hai detto che sei un ragazzo?” Non sapevo cosa rispondere. “Cristo Leonardo ma cosa stai combinando? Non si prendono in giro le persone in questo modo”. Il tono della sua voce era isterico. “Noi ci viviamo qui dentro”. Mi disse. “Ci possono mettere in strada da un momento all’altro. Lo capisci o non ci hai pensato? Te ne frega qualcosa almeno…? Voglio che domani tu vada da quel ragazzo e che gli racconti la verità!” Sentenziò. Provai ad oppormi. “Ma …”. “Niente ma”. Urlò lei. “Sei un uomo. Se hai una storia con un altro uomo devi dirglielo. Domani ci parli e basta. Hai capito?”. Risposi con un filo di ...
... voce: “Ho … paura”. “Paura di cosa?” “Ho paura che lui si allontani”. Confessai. Manila mi guardò con tenerezza ma fu irremovibile. “Vedrai che capirà”. Mi disse. “Ma tu non puoi continuare a mentirgli”. “Dai non lo vedi che è in difficoltà”. Intervenne Timoteo. “Tu non …” “Non mi voglio impicciare … ehi calmati, dico solo che ha capito … giusto piccolo che hai capito?” Annuii. “Avanti non fare quella faccia … dai facciamoci un giro, andiamo a provare la macchina, vieni”. La strada statale era deserta. Timoteo premeva il piede sull’acceleratore e lanciava l’automobile a tutta velocità. Gli alberi intorno erano sagome scure che scorrevano veloci contro il cielo stellato. “Fila che è una meraviglia”. Mi disse. Le sue cosce erano enormi dentro ai jeans attillati e il cazzo che avevo visto penetrare la mamma la notte precedente gli riempiva il pacco. “Senti Leo”. Esordì. “Io lo so come ti senti. Conosco tanti ragazzi come te”. Poi mi guardò serio e proseguì: “Il tuo problema è che hai un orizzonte troppo ristretto. Il parcheggio non è abbastanza per una persona così speciale. Ci sono luoghi dove le creature come te sono venerate”. Lo fissai interrogativo. “Ascolta”. Proseguì. “Ti porto in un posto stanotte, d’accordo?”. Mi sentivo confuso. Pensavo che l’indomani avrei dovuto affrontare Fabrizio e che, probabilmente, l’avrei perso. Mi limitai ad annuire con poca convinzione. L’auto abbandonò la strada statale e si ...