1. La trasformazione di Jennifer – Cap.16


    Data: 21/07/2024, Categorie: Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Autore: me1268, Fonte: RaccontiMilu

    ... aveva bisogno di dormire e quell’ordine era tremendo in quel momento. Le finestre di casa erano 14, di cui quattro porte finestre. I soffitti erano molto alti e le finestre erano molto grandi. Il padrone andò a dormire e Carla si armò delle ultime forze, prese straccio e sapone per lavare i vetri, la scala e cominciò dalla prima finestra. Era stravolta, ma aveva paura di lasciare aloni. Alle 10 il padrone si alzò e lei aveva finito da una decina di minuti. Aveva controllato e le sembrava non ci fossero aloni. Ma il sonno e la stanchezza le facevano socchiudere gli occhi. Ma ora che il padrone si era alzato la paura e l’adrenalina la risvegliarono dal torpore. Il vecchio porco, nudo, si avvicinò alla prima finestra, la osservò attentamente e passò alla seconda. Poi la terza, la quarta ma alla decima si fermò di più, osservò due o tre volte un punto e trovò il primo alone, facendolo notare a Carla con uno sguardo pieno di rabbia gelida. Trovò altri due aloni alla tredicesima e quattordicesima. Carla sapeva che sarebbe stata ulteriormente punita. Amilcare parlò:
    
    –Nella camera delle punizioni
    
    –Si padrone
    
    Si avviò in quella camera che non era delle punizioni, ma delle torture. Aveva ogni tipo di marchingegno per provocare dolore. Ma uno in particolare spaventava Carla, ma sapeva anche che quasi certamente sarebbe stato usato. Arrivati le presentò una nuova poltrona “ginecologica”. Una volta seduta, sarebbe stata penetrata nel suo povero ano da un fallo che così ...
    ... l’avrebbe trattenuta. Poi c’erano i due reggi gambe che la tenevano divaricata. Appoggiò i polsi ai braccioli, e il suo padrone la legò per i polsi e le caviglie. Era esposta e con un fallo che la penetrava e riempiva. Non poteva muoversi. Il sadico andò a prendere la macchina infernale, che era una batteria, alla quale spuntavano cavi elettrici ed elettrodi con pinze che il vecchio applicò scientificamente ai capezzoli e alle grandi labbra. Guardò il lavoro soddisfatto e girò la leva. Una scossa arrivò ai seni e alle grandi labbra di Carla. Un calore innaturale la pervase e cominciò a tremare, sentendo un dolore fortissimo al suo ano, che si stringeva in modo convulso al fallo che la penetrava. Durò pochi secondi. Andò avanti per mezz’ora. Un paio di secondi ogni minuto. Carla piangeva, ma non chiese di smettere. Il sadico si divertiva a vederla saltare e soffrire. Più piangeva e si dibatteva più lui godeva. Carla era oramai stremata e il vecchio si era stancato. Smise, la slegò e la staccò dal fallo che era ancora dentro di lei. Carla sentiva bruciare il suo povero ano, le tette solo a sfiorarle la facevano urlare dal male, non sapeva proprio come avrebbe potuto proseguire. Era sicuramente il peggior week end da quando era diventata la sua schiava. Ma doveva resistere per sé e per sua figlia. Era quasi mezzogiorno, non dormiva non sapeva più da neanche quanto. Il vecchio dopo averla liberata la fece scendere dalla poltrona ginecologica, ma lei cadde a terra su un fianco. Il sadico ...
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