Una moglie per bene nell’abisso della completa sottomissione (14)
Data: 13/07/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: sesamoandmia, Fonte: Annunci69
... riuscii a capire solo qualcosa detta in italiano, i più gentili mi dicevano parole come “cesso”, “latrina”, “pisciatoio” mostrando un ghigno beffardo e malizioso, quasi una rivalsa nei miei confronti. Ebbi la sensazione che sia Gaston che Cosimo avessero ben preparato la platea prima di farmi fare quello che stavo subendo.
Incitati da Gaston iniziarono a dirigere i loro getti sul mio volto, sui capelli, sugli occhi e sulle labbra.
A nulla servirono le mie preghiere di non farmi questo, anzi furono addirittura l’incitamento per cercare di farmi arrivare sulle labbra la loro urina, specialmente quando, dietro un ordine perentorio di Gaston, fui costretta ad aprire la bocca ricevendo sulla lingua e a volte anche direttamente in gola molti dei loro getti.
Mio malgrado fui costretta ad ingoiare cercando di trattenere i conati di vomito che mi stavano sopraggiungendo.
Caddi stremata per terra su quel pagliericcio lercio e immondo mentre i getti continuavano. In quella posizione, col capo rivolto al pavimento, per fortuna non potei più ricevere nella bocca quei getti e riuscii in un modo o nell’altro a fermare quel senso di nausea che mi aveva preso.
“La nostra professoressa ora si sente umiliata e prova anche vergogna – disse Gaston rivolto sia al pubblico che a me – e, a quanto pare, fa anche la schizzinosa, ma scommetto che anche questo le sia piaciuto, come ricevere i cazzi di tanti maschi in tutti i suoi buchi e bere la loro sborra. Non è vero ...
... professoressa?”
Non riuscivo a muovermi, nel petto il cuore martellava con violenza, il respiro era affannoso e non mi importava più di quel fetore che mi entrava nelle narici, anzi, forse non lo sentivo nemmeno più.
Ciò che mi colpì in quel momento furono le parole di Gaston, quel suo affermare quello che solo io avrei potuto provare. Sentivo quelle parole nelle orecchie e rimbalzarmi nella mente. Non potei fare a meno di ripensare a quanti mi avevano presa, con dolcezza o con forza, a quanto seme avessi ricevuto in bocca ingoiando tutto senza perdere nemmeno una goccia. Ripensai a quanti orgasmi avevo ricevuto da quei sessi duri che mi prendevano, a come avevo goduto quando sentivo i loro godimenti dovunque volessero prendermi. Non potei non accettare quelle parole come un’altra, assoluta verità. Persino quell’ultima umiliazione, quell’urina che avevo ricevuto sul mio corpo, quelle offese urlate da tutti quegli uomini, sì, anche quello mi piaceva e mi dava brividi di godimento incontrollato.
Ma non avevo risposto alla domanda di Gaston che, spazientito, mi strattonò con il guinzaglio urlandomi:
“Allora puttana, vuoi rispondere? Ti è piaciuto questo battesimo?”
Alzai il capo verso la luce e verso quanti mi stavano attorno e, con voce ancora tremante dissi:
“Sì, Padrone, mi è piaciuto.”
Le mie parole furono accolte da uno scatenarsi di risate e di applausi, quasi inarrestabili.
“A quanto pare non ti fa schifo stare in questo lerciume – disse Cosimo avvicinandosi alla ...