1. Flux e Blade


    Data: 09/07/2024, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... Tanto che avevo recuperato e alcuni esplosivi. Bella merda. Quandi finalmente vidi un TG seppi che la polizia aveva arrestato i membri di un’organizzazione criminale bella grossa il cui leader era stato ucciso (da me) prima del loro arrivo. Poco importava. Flux era ancora in circolazione. Le avevo dato una lezione ma, semplicemente, non era servita a niente. Un pareggio. Puro e semplice. Rivincita a data da definirsi. Gran bell’affare visto che nemmeno sapevo come trovarla e difficilmente avrei avuto i soldi per ritrovarla. Pensai che, se la polizia avesse trovato qualche traccia dell’accaduto, forse avrebbe accusato Wolverine. Mi sarebbe dispiaciuto alquanto. Dopo quanto accaduto con la Mano e compagnia bella, quel tappetto ne aveva passate parecchie. Mi trascinai a casa.
    
    Due giorni di assoluta e totale attesa. Infine guarii e potei uscire di nuovo. Pensai di prendermi un periodo di vacanza da Flux e dalla mia ricerca di lei, visto l’utlimo incontro. Quindi decisi di tornare alla mia solita vita. Non andava neanche tanto male. Avevo rapinato un grassone che campava vendendo computers e in quel momento mi stavo bombando alleggramente un’italiana. Tipa simpatica e per una volta era filato tutto liscio senza spendere troppo. Poi, mentre lei era sopra di me accadde qualcosa. Mi venne di nuovo in mente. Flux. “Cazzo! Quella mi é entrata in testa!”. L’italiana intanto mi cavalcava con foga ma io ero presente a metà. Quando infine venni dentro di lei, non provai neppure ...
    ... soddisfazione.
    
    Decisi: dovevo ritrovare Flux. Anche se ormai non ero più neppure sicuro del perché. La fuga fu facile. Il dono di poter divenire acqua era semplicemente fantastico per quelle situazioni e Flux aveva appreso come sfruttarlo alla perfezione. Scese cinque piani alla svelta. Arrivò al suolo senza farsi nulla, beatamente ignorata dai passanti. Schivò gente che correva, che camminava o che semplicemente stava ferma a guardare. Il più era fatto.
    
    Decise di passare per le fogne. Non vista s’infilò in un tombino. Non che nuotarci le piacesse era solo la via meno trafficata. Sicuramente però era la più schifosa. “Appena a casa farò una lunga doccia.”, pensò. In verità sapeva di non doversi preoccupare. Lo schifo non le restava appiccicato addosso. Al cambio di stato se ne andava. I vestiti erano un’altra questione. La sua era una tuta speciale, capace di seguire il suo cambio di stato. Le armi… beh, quelle generalmente le lasciava. Erano solo un peso. Il più delle volte. Comunque, arrivò a un punto della rete fognaria che sapeva essere abbastanza lontano da zone troppo popolose. Uscì, riprendendo temporaneamente il suo aspetto normale e si mise a camminare.
    
    Ci mise due ore buone ad arrivare a casa e il primo pensiero fu appunto la doccia. Una doccia lunga, calda e rilassante che si concesse senza riguardi per niente e nessuno al di fuori di sé stessa. Ci voleva. Si lavò lentamente, indugiando sulle zone erogene il tempo necessario, sosprendendosi di quanto le mancasse ...
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