Flux e Blade
Data: 09/07/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu
... che taglio il bordo del tavolo. -Due a zero!-, esclamò lei. Pareva persino lieta di quello scontro. Come se vivesse per momenti simili. “Ok. Allora…”. Mi gettai in avanti con un Kiai degno di un samurai. Flux parò il fendente ma non schivò l’artigliata che arrivò dopo. La sua spalla destra fu trapassa, quasi fino all’osso. Sofferenza sul suo viso. -Quanto vale?-, chiesi ghignando. -Bastardo…-, sibilò lei. Mi sferrò un sinistro. Schivato. Calcio ai gentiali. Ouch. Sofferenza pura. Un witheout di dolore che avrebbe potuto rivaleggiare con l’agonia di cinque giorni che avevo subito per diventare quel che ero. Caddi a terra. Rotolai fuori dalla sua portata prima che un fendente mi potesse centrare decapitandomi. Mi rialzai. In tempo per vedere una guardia sopraggiungere. Cinese, donna. Urlò qualcosa. Furono le sue ultime parole: le scagliai addosso il tanto e la centrai in pieno petto. -Solo tu ed io.-, esalai. -Già…-, sussurrò lei. Era bella, non potevo negarlo. Se ci fossimo conosciuti in altre circostanze, forse… “Concentrati, cazzo!”. Ma il mio, di cazzo, non sembrava dello stesso avviso. E questo mi costò caro. Flux attaccò. Fendente a una mano. Parato. Atemi alla gola. Dolore, sensazione di soffocamento. Calcio alle gambe. Cazzo! Crollai a terra. Lei si preparò a finirmi. La sgambettai. Crollò anche lei. Cercò di colpirmi con la spada, parai. Ci rialzammo solo per affrontarci di nuovo. Urla. Il mio kiai e il suo. Perfetti. In quell’istante capì che forse alla fine la ...
... rispettavo, o la amavo. Ma l’avrei uccisa comunque. Parata del suo fendente. Jab ascendente al mento. Lei barcollò indietro, colpita. Calcio da parte mia. Fendente. La mia gamba subì una lacerazione leggera, per fortuna. -Come ci si sente…-, chiesi, -A non poter più evitare i miei colpi?-. La domanda sottolineò un colpo ad artiglio di tigre al petto. Flux retrocedette. -Non pensare di avere vinto!-, ringhiò. -Aw, la tigrotta!-, sussurrai io, canzonatorio. Lei urlò di rabbia e mi attaccò. Ecco cosa volevo! Volevo che si sentisse impotente. Che capisse che ero il migliore. Volevo che sentisse la stessa cosa che avevo sentito io. E volevo che perdesse il controllo. I suoi attacchi aumentarono di forza ma persero di cordinazione e ritmo. Un mio fendente le ferì la mano con cui impugnava la spada. La sua arma cadde lontano. Flux si mise in posa da combattimento. Affrontare una donna disarmata con una katana in pugno? Nah, sono tante cose ma non un simile bastardo. Piantai l’arma nel parquet. -Ad armi pari.-, sibilai. Lei ghignò. Calcio lungo. Parai. Mi avvicinai. Pugno doppio al mento, uppercut. Lei deviò. Un destro e un sinistro. Evitati. Era brava, non potevo dire niente a riguardo. Flux sorrise improvvisamente. -Pensi di avere vinto?-, chiese. -Non voglio vincere.-, risposi, -Mi basta non perdere.-. La sua faccia strabiliata fu spettacolare, ma mai quanto la sua successiva frase. -Almeno in questo siamo uguali.-, disse. L’ombra di un sorriso passò sul suo volto. Poi mi sferrò un ...