1. Flux e Blade


    Data: 09/07/2024, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... parole con una calma assoluta. Ma non potei celare una certa sorpresa quando Flux annuì. Sbattei appena le palpebre. Le bastò: avanzò, mi tirò un calcio, schivai e sparai il dardo della pistola inoculatrice. Poi sparai con l’altra pistola. Flux crollò in avanti, con un buco di qualche centimetro nella schiena. -Maledetto bastardo!-, schiumò attraverso un’espressione di sofferenza indicibile. -Sempre lieto di sentire la verità.-, dissi io. Lei si avventò su di me. Ferita e disarmata oltre che incapace a trasformarsi era uno scontro impari. Infatti le prese non poco. Arcata sopraccigliare sinistra tumefatta, pugno al costato, rottura di una rotula. Io? Per una volta l’unico colpo di Flux che arrivò a bersaglio su di me fu un pugno di scarsa importanza al petto. Trascurabile. Lei invece era a terra. Avrebbe avuto bisogno di tempo, tempo che non intendevo darle. Estrassi di nuovo la pistola. Lei spalancò gli occhi, consapevole che non avrebbe potuto evitare il dolore. Strizzò il viso in un espressione di odio e disprezzo che mi colpì. Puntai alla testa. Non aveva un fattore rigenerante come quello di Wolverine. La distruzione del centro del sistema nervoso avrebbe comportato la morte. -Sayonara.-, dissi. Premetti il grilletto. Click! La fottuta pistola si era inceppata. Flux sorrise. E mi tirò il dardo addosso. Persi un istante a schivarlo. Mi fu addosso. Lasciai cadere la pistola. Sguainai gli artigli. A quella distanza erano letali ma a lei non sembrava importare. Schivò ...
    ... un primo attacco e percosse un punto di pressione sotto la mia ascella. Dolore e il braccio sinistro che divenne un’appendice inutile. Contrattacco a destra. Flux incassò il pugnò tempestandomi di colpi alla ceca. Jab ascendente veticale. La mia testa scattò all’indietro. Fesi l’aria alla ceca davanti a me. Carne dilaniata, caldo, sangue. Urla. Le mie e le sue. Un combattimento quasi animale. Quasi. Perché sapevo bene che quella troia stava solo temporeggiando. Una volta finito l’effetto del siero si sarebbe trasformata e sarebbe fuggita, ancora. A meno che… Sospirai. Rinfoderai gli artigli e presi a colpirla con colpi cortissimi. Lei mi morse un orecchio. -Cazzo!-, ringhiai. Tirò indietro portandomene via un bel pezzo. La gratificai con una testa. Crack! Il setto nasale di Flux cedette. Le avevo rotto il naso. Sorrisi. E con mia sopresa sorrise anche lei. La vidi cambiare stato. -Ah no!-, escalmai. Sparai a una pozza d’olio vicina a lei. S’incendiò. Flux deviò in extremis. Ah, quindi aveva paura del fuoco, eh? Bene. Lasciai che fuggisse. -Al prossimo incontro, Flux.-, dissi. Sorrisi. Questa volta avevo vinto. Poi sentii qualcosa che, nel furore dello scontro non avevo potuto sentire. Sirene. Pompieri. E polizia. Non feci una singola mossa per fuggire. Non ero un santo, sicuro, ma non ero neppure un criminale (almeno non totalmente). Gli sbirri mi arrestarono con mille cautele mentre la folla di curiosi che si era goduta il mio scontro con Flux si disperdeva.
    
    -Alexander ...
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