1. Flux e Blade


    Data: 09/07/2024, Categorie: Etero Autore: Rebis, Fonte: RaccontiMilu

    ... di esse in quanto le abbandonava spesso e volentieri sulle varie scene del crimine. Cosa logica. Assolutamente. L’acqua non può impugnare alcunché. Quindi ogni sua arma era puramente occasionale e transitoria. 3) Flux parlava correntemente almeno tre lingue. Inglese, Francese e Hindi. Secondo fonti poco attendibili studiava il Cinese semplificato. 4) Flux aveva una residenza ma nessuno aveva mai capito dove fosse. Quella ragazza era un mistero: arrivava colpiva e svaniva. Semplicemente. Se avessi capito dove viveva avrei potuto colpirla nel posto in cui era più vulnerabile. Certa di essere al sicuro… 5) Non era mai stata arrestata. 6) Non aveva mai sbagliato un colpo. Oh cazzo. Ok, quella era la ragione per cui ci saremmo sicuramente rivisti. Non solo l’avevo umiliata ma le avevo anche fatto fallire un incarico per la prima volta in assoluto. Cavolo, non mi sorprendeva per nulla che mi odiasse. Fissai attonito lo schermo del PC mentre rileggevo le conclusioni tratte una ad una. -Ok.-, dissi, -Vuoi un’occasione per farmi fuori? Aspetta e vedrai. Aspetta e vedrai.-.
    
    L’occasione giunse un maledetto mese dopo, periodo in cui mi addestrai strenuamente. Sapevo che un tale Wu Hansen era arrivato in città. Un cinese che lavorava per conto delle Triadi o roba simile. Chissà, forse veniva da Madripoor… Comunque, Flux aveva avuto la stessa soffiata e aveva deciso di ucciderlo oppure era stata ingaggiata per farlo. Ergo, io avrei fatto in modo di esserci e chiudere i conti con quella ...
    ... troia.
    
    Il posto era la Chinatown di New York. Un posto che tendevo anche a frequentare, a volte. Principalmente per rispolverare il mio Tai Chi Chuan. Wu non era ricchissimo, ma doveva essere abbastanza importante. Girava con un’auto nera che pareva chiaramente antiproiettile, oltre a una bella scorta di guardie. Quattro per l’esattezza. Quando lo vidi, stava tornando a casa ed era mezzanotte passata. E poi accadde. Una mitragliata colpì l’auto su un fianco. Nessun danno particolare ma le guardie si diressero verso gli spari. Io invece andai dall’altra parte. Ed ecco Flux. Un rivolo d’acqua che avanzava verso l’auto a velocità preoccupante. “Bingo!”. Agire ora? Perché no? Balzai giù dalla scala antincendio di un condominio e lanciai la molotov. La fiancata dell’auto prese fuoco. Flux retrocedette, riprendendo la sua forma di donna. -Tu!-, ringhiò. -Io.-, dissi io, calmissimo e sorridente come a un appuntamento galante. Alzai la pistola. -Vattene, o stavolta giuro che ti ammazzo!-, esclamò lei. Io sorrisi, divertito dal fatto che dopotutto, ora i nostri propositi fossero gli stessi. Un tizio cercò di uscire dall’auto. I Bodyguard tornavano. Sparai, senza quasi smettere di fissare Flux negli occhi. La testa di Wu Hansen esplose tipo melone. I Bodyguard rimasero fermi un momento, poi fuggirono. Evidentemente non erano molto pagati. -E ora?-, chiese Flux. -Ora? Ora ci spostiamo in un punto dove saremo solo noi. Dove potremo regolare i conti una volta per tutte.-. Dissi quelle ...
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