1. Io Filippa, reduce da intervento ed ora in convalescenza


    Data: 07/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Filippa2, Fonte: EroticiRacconti

    ... prego….”
    
    Donato capì al volo ed uscì subito, chiudendo bene la porta.
    
    Quindi, solito spettacolo: pancia in giù, culetto in aria e gambe divaricate. Non indossavo le mutandine dall’ingresso al Pronto Soccorso, ma il rimanere nuda per tutto questo tempo iniziava a darmi un po’ di fastidio.
    
    “Signora, le ho detto quel che devo fare. Si rilassi e spinga piano verso i me i muscoli dell’ano senza sforzarsi”.
    
    Non avevo scelta e feci così. Pensai: è il sistema giusto per controllare le parti malate. E sia. Ma notai che il medico se la voleva spassare un po’. Mise le sue due mani sulle mie chiappe ed iniziò a massaggiarle con dei movimenti circolari aprendo e chiudendo il mio culo, in maniera che il mio buchetto fosse ben visibile. Poi ancora:
    
    “Signora, un po’ di pazienza. Devo controllare il plesso di nervi interessanti ..” e pronunciò una parola che non ricordo.
    
    E, approfittando delle mie gambe divaricate a pancia in giù con la sua mano destra afferrò in un sol colpo la mia farfallina e iniziò a massaggiare le grandi labbra. La sua mano sinistra con lo stesso ritmo apriva e chiudeva il mio culetto. Poi disse:
    
    “Abbiamo quasi finito. Spinga ancora una volta senza sforzarsi i suoi muscoli verso l’esterno…..Va bene così……Sta bene. Ho finito.”
    
    Finalmente l’esibizione era giunta al termine. Il Dottore tolse i guanti in lattice e si lavò le mani. Nel frattempo notai che il suo camice, all’altezza dell’inguine, presentava una grossa protuberanza. E pensai: ...
    ... “Evviva il porcellone!”
    
    Il Dottore aprì la porta e fece entrare Donato. Poi disse:
    
    “Tutto bene, meglio del previsto. Tenuto conto che la paziente reagisce bene, aumento di poco le dosi del cicatrizzante. Ora è tardi, scusatemi, devo andare.”
    
    E andò via. Direi quasi: fuggì via, data la fretta con cui abbandonò l’ambulatorio.
    
    Il reparto era quasi vuoto.
    
    Donato mi riadagiò sulla sedia a rotelle e prese il corridoio per il ritorno.
    
    Ma lo fermai. Gli dissi: “Posso rivedere il letto particolare?”
    
    “Va bene, ma cosa ti interessa? Stai bene, stai guarendo. Quel letto per fortuna non ti servirà più. Ma se sei tanto curiosa…”
    
    Entrammo nella stanza ed io mi adagiai per traverso sul letto, non con direzione testa-piedi, ma di traverso, come si dice: “a taglio di letto”. Poi dissi a Donato:
    
    “Come funziona?”
    
    Donato azionò due o tre interruttori. Sentii la mia spalla ed il mio culetto mossi da piccole impercettibili scosse che davano una sensazione di immenso piacere. L’aria e l’acqua dei meccanismi stavano riempiendo quelle deliziose bollicine che iniziavano a farmi godere.
    
    Donato rimase esterrefatto dal mio comportamento. Ed io, VOLUTAMENTE gli raccontai come era andata la visita appena effettuata, arricchendo la vicenda di qualche particolare un po’ piccante. Poi dissi:”
    
    Hai capito cosa ha fatto il dottore?”
    
    E lui: “La colpa è tua, è solo tua! Se così bella che è quasi impossibile resisterti.”
    
    A questo punto iniziai ad aprire le mie meravigliose ...