1. Io Filippa, reduce da intervento ed ora in convalescenza


    Data: 07/09/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Filippa2, Fonte: EroticiRacconti

    Dopo un intervento chirurgico di oltre sei ore tornai in stanza in barella e fu un infermiere – di nome Donato (nome di fantasia) – che con le sue vigorose braccia mi adagiò, praticamente nuda, pancia in giù sul letto, coperta solo da un lenzuolo e con la testa ben posizionata fra cuscini per permettermi una adeguata respirazione. Ero ancora intontita ma capii immediatamente che quella persona mi avrebbe aiutata.
    
    Sentivo a stento la sua voce e quella di una sua collega infermiere; mi accorsi quando mi riposizionavano la flebo e quel maledetto catetere, proprio lì nella farfallina.
    
    Dopo ricevetti la visita del primario (un sant’uomo). Vi erano anche Donato e una infermiera.
    
    Il primario disse: “Signora le è andata bene. Ma la convalescenza sarà lunga.
    
    Raccomando la dieta. Non assuma niente che non sia quella prescritta. Sino a che terrà la flebo e altro, per andare in bagno chieda degli infermieri che provvederanno alla sua pulizia. Mi stia bene.”
    
    L’evenienza di mostrarmi nuda e oltretutto depilata nelle mie parti intime, non mi spaventava assolutamente. Volevo guarire a tutti i costi, presto e subito. Ed in cuor mio sentivo di farcela.
    
    Dopo due ore sentii la necessità di andare in bagno. Suonai il campanello e subito dopo comparve Donato. Gli spiegai la situazione, Lui capì subito e mi sfilò il catetere. Non vidi nei suoi occhi alcuna malizia.
    
    “Le ho tolto il catetere. Cerchi di andare in bagno senza sforzarsi, Poi provvederò alla ...
    ... medicazione”.
    
    Eseguii come un automa gli ordini. Per la medicazione (la prima!): ovviamente senza mutandine, pancia in giù, culo scoperto, gambe divaricate. Sembrava la scena di un film porno. Ma in realtà, nulla di tutto questo. Donato fermo, imperturbabile, deciso. Si infilò i guanti e tirò su le maniche della divisa.
    
    Iniziò la pulizia e finì nel tempo di dieci minuti.
    
    “Per il momento è tutto. Se ha bisogno usi il campanello, cercherò di inviarle una mia collega. Si sentirà più a suo agio.”
    
    Ed intanto si sfilò i guanti. Vidi i suoi avambracci da atleta: polso piuttosto piccolo (in proporzione) da cui si diramavano fasci di muscoli. Non un pelo su quelle parti, completamente glabre.
    
    “Che braccia pulite, quasi lucenti. Come fa?”
    
    “Nulla di che. Mi depilo costantemente per pulizia. Niente orologi, niente anelli, neanche la fede. Lo faccio per sicurezza mia e dei pazienti. Ma oltre quello che vede sono tremendamente peloso, come una scimmia. E’ una afflizione della mia vita. Ho qualche problema persino andare in spiaggia…..”
    
    “Possibile?”
    
    “In spiaggia indosso una camicia bianca a maniche lunghe e delle bermuda. Cerco di entrare in acqua velocemente e mi allontano nuotando. Ma prendere il sole è per me fastidioso. Sono in forte imbarazzo.”
    
    Notavo in Donato una certa voglia di parlare, forse per distrarsi o per creare nel paziente una situazione di tranquillità psicologica. Non so, ma parlare con qualcuno in quella occasione, dopo quello che mi era capitato, per me era un ...
«1234»