1. Il terrazzo di fronte al mio, seconda storia


    Data: 29/06/2024, Categorie: Voyeur Autore: Trozzai Gotusva, Fonte: EroticiRacconti

    ... compagna accovacciata davanti a quella figa monumentale, infilate due dita iniziò a sditalinarla con vigore, mentre da sotto la sdraia estraeva un monumentale fallo color carne. Lo leccava con lascivia scambiandolo con la compagna che se lo infilò pure in bocca per una buona porzione, lo tenne lì per qualche secondo, ripetendo l’operazione, forse per scaldarlo, poi una volta lubrificato ulteriormente iniziò il lento rito dell’introduzione. Era davvero enorme e la ragazza che sovrintendeva alla manovra era fortemente coinvolta, leccava a tratti le labbrone della topa mordicchiandole nella loro prospiciente morbidezza, mentre spingeva di qualche centimetro il mostro di silicone nella figa dell’amica.
    
    Ad ogni spinta la topona emetteva un gemito e allargando ulteriormente le gambe abbassava il bacino ad accogliere quell’enorme strumento di piacere (o di tortura). Di fatto sospirava pomposamente e di tanto in tanto lo squasso dell’orgasmo si impossessava di lei che roteando il bacino ed accarezzandosi con una mano la figa devastata dal fallo e con l’altra la testa dell’amica, dava prova di quello che stava vivendo. Non sono mai riuscito a comprendere il ruolo di quei falli mostruosi che venivano utilizzati in questo tipo di giochi, anche se mi è capitato di usarli con le mie compagne ed i miei compagni. Tornando alla scena,la topona era posseduta per oltre venti centimetri del fallo sintetico e la sua amica aveva iniziato una serie di stantuffa menti che si facevano sempre più ...
    ... frequenti portando al limite della profondità il dildo, ogni volta che lo infilava tra i salsicciotti di quella figa molto particolare.
    
    Il su e giù non durò molto, come prevedevo infatti la dimensione di quell’arnese era eccessiva e per quanto potesse essere eccitante, ad un certo punto la topona si alzò sfilandolo e lanciandolo in un angolo del terrazzo. Aveva una colata di broda che le scendeva tra le gambe ma non ci fece caso, di forza girò la compagna nella sdraia, le allargò le gambe e le si piazzò a francobollo sulla figa, leccando e mordicchiando come all’inizio, poi però sempre da sotto la sdraia estrasse un strana cintura. Indossandola capii di cosa si trattasse. Aveva un cazzetto di modeste dimensioni, forse una decina di centimetri, non molto grosso, che stringendo la cintura, soprattutto nelle fibbie attorno alle gambe dopo aver stretto il cinto ai fianchi,scompariva nell’antro occupato prima dal dildo mostruoso nella topona. Sorridevo pensando che probabilmente quel ‘’coso’’ non le avrebbe fatto nemmeno il solletico.
    
    Una volta fissato, il coso che si apprezzava impetuoso, minacciosamente eretto, era di ottime dimensioni e, così armata, la valchiria si inginocchio tra le gambe dell’amica infilandole il bastone nella fighetta con un paio di stantuffamenti ben assestati. Stavo per sborrare e non riuscii a tacerlo. La valchiria cazzuta si girò e mi fece il gesto di leccarmi mentre la compagna sdraiata, infilzata impietosamente, stava ancora facendo i conti con ...