Notte Magica
Data: 24/06/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Ambiguo, Fonte: EroticiRacconti
... fresche di bucato. Ci fermiamo sotto il balcone, incapaci di deturpare con le nostre orme il manto immacolato. Seguiamo il rumore di una pala che raschia il terreno ed individuiamo, attraverso la trina bianca, un uomo che spala chino di fronte al suo portone; ci rimangono nascoste, invece, le voci dei ragazzi che, dietro qualche casa, si lanciano polverose palle di neve. Tutto il mondo è qui, sotto la coltre di nuvole tiepide, carezzato da suoni ovattati.
Pigri fiocchi compaiono dal buio e baluginano in tremolanti aureole attorno ai lampioni. Infiniti cadono dal nulla e si nebulizzano nell’aria fra noi e l’abete, la cui cima svanisce nella notte, e oltre, più lontano, sul piccolo cimitero e lungo il torrente, fino ad un incerto sipario trasparente. Impalpabili fioccano dal silenzio ed attraversano le nostre anime.
Respiriamo la freschezza intensamente, con i polmoni che si dilatano per incamerare il profumo immaginario della neve. La stanchezza quiete, la confusione lucidità, l’allegria gioia, il desiderio eccitazione.
C'incamminiamo, abbiamo fretta di chiuderci in albergo. Me la tiro vicina e ci urtiamo di continuo con movimenti goffi sulla neve sotto il leggero picchiettio dei fiocchi sulla visiera; le mani, senza guanti, s'aggrappano indispettite alle cuciture della sua giacca, scivolano sul tessuto sintetico e poco indovinano di cosa ci sia sotto l’imbottitura.
Finalmente afferro la lana della sciarpa e la obbligo di fronte a me. La stringo al collo cercando ...
... il calore sotto i suoi capelli e le interrogo gli occhi: attorno alle sue iridi si raccoglie la luce, tenue irradiazione della notte magica, e tutto il mio essere ci si tuffa dentro.
Nevica.
Nell’apnea infinita del bacio la magia dell’istante. Il lampo del desiderio e la voracità dei corpi, la voglia d'essere nudi ed il bisogno di riparo, l'ebrezza della libertà e la promessa muta di bellezza, la commozione d'essere felici e... Insomma, ho il cervello in pappa ed il cazzo di marmo.
Alice mi spinge di lato, giù per la scarpata: rotolo nella neve, mi balza sopra, mi morde il labbro e roviniamo giù per alcuni metri, braccia e gambe incastrate. Mi ritrovo disteso, addento il velluto della coscia e minaccio di seppellirla; lei mi strofina il volto tra le gambe, ma solo per un lungo istante, poi scappa scalciandomi neve addosso. La raggiungo, la placco alle gambe, le lecco il naso gelato e scappo io con la sua cuffia in mano. Mi rincorre incazzata persa, urlandomi le peggiori parole che conosce. Lascio che mi raggiunga e ruzzoliamo insieme fino all’albergo.
Non ho più il berretto; la giacca è sbottonata e la neve dappertutto, anche nelle mutande a solleticarmi la gioia d'essere vivo. Riprendiamo fiato, in piedi tenendoci per mano, la bocca aperta per catturare i fiocchi che continuavano a cadere sulle nostre palpebre e nel cuore una gran voglia di ridere ed amare.
Se una serie di cose può andare male, lo farà nell'ordine peggiore.
Prima becchiamo in hall Aldo e ...