La caduta di Serena. Capitolo 6
Data: 23/06/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Autore: subbywife, Fonte: xHamster
... aveva vinto ancora. E il peggio era che lei non poteva in nessun modo contrastarlo, ogni minuto che passava, anzi, lui acquisiva sempre più potere su di lei, che in maniera stupida tentava quelle rimostranze che la portavano poi sempre più giù… Ma come poteva restare zitta davanti alle sue richieste?? Come poteva quel ragazzo essere così disumano da volerla rendere sua in ogni modo possibile? Ed ora alzò lentamente il capo, per capire quell’improvviso silenzio attorno a lei…
La ragazzina la fissava, stupefatta. Chiaro… era uno spettacolo da circo inaspettato… e Marco? Perché taceva con quel sorriso stupido? E stava guardando… Chiaro! La mano di Serena corse rapida al seno destro, uscito dalla scollatura… Lo rimise dentro, rossa in volto.
Sonia intanto scrutava nel negozio… nessuno, e per la prima volta si ritrovò a pensare “per fortuna”… Non sapeva cosa le stesse prendendo, senz’altro però, comprendeva cos’era l’invidia…. Invidia verso l’uomo che esercitava quel potere… e il piacere… piacere di vedere una donna più matura di lei assoggettata a quel modo… Dio, sperava davvero non finisse…
Fu esaudita.
Marco infatti cominciò a muoversi, tirando piano il guinzaglio. Serena, mordendosi il labbro, avanzò gattoni seguendolo… ogni due passi però si soffermava un istante per risistemare la camicetta.
“Non ci siamo” sbottò lui di colpo “così non riesco a capire se ti calza a pennello…” disse, mentre Serena lo guardava esasperata.
“Chissà cosa mi disturba… uh, certo” ...
... esordì schioccando le dita “sono gli abiti. Di a****li vestiti non se ne vedono di certo… dico bene, Sonia?”
La ragazzina era rapita dalla situazione, quasi ipnotizzata… fu lo sguardo implorante della donna a riportarla alla realtà… senz’altro chiedeva un tacito aiuto… un “può bastare” che avrebbe contribuito a fermare il tutto… Ci riflettè… o meglio, si convinse di averlo fatto… si convinse di aver considerato l’idea di andare in contro a quello sguardo… Ed invece si ritrovò a sorridere all’uomo, un sorriso imbarazzato, ma pur sempre un sorriso.
“Sì… credo anch’io…” mormorò, colpevole.
“Che razza di bastarda!!” sibilò Serena, in lacrime. E si rese conto di essere stata portata a sbagliare ancora. Non servì a nulla il suo assoluto silenzio successivo. Già intuiva che per Marco il suo parlare era oltre quello che le veniva concesso.
“Che figure mi fai fare, puttana… offendere chi è stata così gentile con noi… Sonia, sono costernato.”
La commessa, che aveva accusato l’offesa, si sentì rinfrancata dall’intervento di lui. “Di nulla… io penso, cioè, la situazione…”
“No, no, no,” proseguì Marco “non cercare di scusarla. Meglio essere duri talvolta.” Detto questo, individuò lo zoccolo di una pedana, dove stavano appoggiate le merci, e tirò il guinzaglio fino a far avvicinare la sua preda a quel sostegno. Un rapido giro della catena, e il moschetto fu agganciato all’anello del collare.
Serena si ritrovò così ridotta realmente alla stregua di una cagna, totalmente ...