Scontro a fuoco
Data: 21/06/2024,
Categorie:
pulp,
Autore: lewarcher, Fonte: EroticiRacconti
... nel senso che da come le rotella con le dita sui capezzoli sembra un asso nell’aprire casseforti. Lo stato del mio compare passa rapidamente da dolcetto jelly belly a pietra dura, mentre Lilly docilmente fa le fusa. “Mmmhhhhh… che brava! Ti ha insegnato Franco queste cose?”. Di colpo mi riscuoto, smetto di coccolarmi l’uccello e divento attento e interessato. La cameriera si stacca da Liliana. “Cosa c’entra Franco? Lo conosci?”. “Certo, d’estate lavoravo qui due anni fa”. L’altra fa un passo indietro, insicura. “È in cucina… vuoi che te lo chiami?”. “No, lascia stare. Ma se hai voglia offrigli questo da parte mia”. Liliana tira fuori dalla borsa una delle bottiglie del mio capo, quelle che tengo nel baule della macchina. Non ci capisco più un cazzo… anzi no… comincio a capire proprio tutto! Diosanto, ragazzina, ma da dove sbuchi fuori? La cameriera se ne va in cucina stringendo la bottiglia per il collo. “Adesso non ho più fame, sai?”, mi fa Lilly seria seria come non l’ho mai vista prima d’ora. Uscendo mi volto (eh, l’istinto) e sorprendo la megera che confabula con l’uomo occhi-di-rana che ho schifato stamattina nella foto. Rido. Mi hai proprio fregato, mocciosa!
“Non me li devi più fare, certi scherzi, hai capito?”, la rimprovero quando siamo in macchina, ma con un’ammirazione e un rispetto decisamente nuovi. “Mi ha picchiata e violentata. Lui mi ha…”. Si trattiene, ma completo mentalmente la sua frase, perché non serve che mi spieghi che quel giorno lui l’ha ...
... veramente uccisa. Stringo la sua piccola mano nella mia sopra la sua coscia, quindi metto in moto.
Impieghiamo una manciata di minuti per raggiungere la casa di Maddalena. Non so più perché ci sto andando: per me, per Maddalena o per Liliana? Tutto è spento, tranne una luce al piano di sopra: esattamente quella finestra, quella stanza… “Sai cosa ti aspetta, lassù?”. La ragazza annuisce. Quando premo con la nocca sul citofono il metallico ronzio del cicalino echeggia come un sasso tuffato in un pozzo.
Maddalena ci apre scalza e in accappatoio. Ma ciao, mio tesoro!, vorrei dirle, ma non dico, perché il suo sguardo non è rivolto a me, bensì a Liliana. “Ciao, mamma”. Maddalena trema, gli occhi le si fanno gonfi e rossi, si sposta di lato e ci fa entrare.
“Siamo stati alla Locanda del Bandito”. Sono le prime parole che rivolgo alla mia donna dopo più di vent’anni. “A quest’ora Franco sarà morto, ubriacone di merda com’è!”, sibila Liliana deponendo in mezzo al tavolo una seconda bottiglia. Maddalena abbassa gli occhi. “Vuoi che beva anch’io questo veleno?”. “No, questo è per papà, quando ritorna”. Poi la ragazza si alza e placidamente, con la perentorietà del destino, si sfila il maglione, sotto il quale è nuda. Maddalena la osserva avvicinarsi fin quando l’altra si eclissa alle sue spalle appoggiandole il seno ai capelli sulla nuca. “Liliana, cosa fai?”. Mani operose e giovani districano il nodo dell’accappatoio, che sciogliendosi permette alle falde di aprirsi. “No, ti prego…”. ...