Il culo no
Data: 19/06/2024,
Categorie:
Etero
Autore: edipo46, Fonte: Annunci69
... eccitazione incontenibile e il cazzo mi diventò gonfio e turgido oltre ogni limite, ansioso di essere messo a dimora all’interno di quell'oscuro oggetto dei miei desideri più reconditi.
Dal suo beauty-case presi il tubetto di vaselina che di solito utilizzavamo per ammorbidire le labbra riarse dal sole d’alta montagna, ne estrassi una discreta quantità che iniziai a spalmarle delicatamente sull’orifizio anale.
Poi mi avvicinai alle sue natiche e, guidando il cazzo con la mano destra, iniziai a strofinarglielo sull’ano, facendo in modo che la vaselina si depositasse anche sulla mia cappella. Dopo qualche secondo, incominciai la penetrazione, spingendo dolcemente, senza sforzare, aiutato in questo dalla lubrificazione artificiale.
Tutto sembrava andare per il meglio quando, improvvisamente, lei si irrigidì, abbassò le natiche e scoppiò inaspettatamente a singhiozzare:
“Basta, basta…. mi stai facendo male!”
Che delusione! Rimasi lì, ai piedi del letto con il cazzo in mano, inebetito come uno scemo. Poi, preso da un indicibile senso di colpa, mi sdraiai al suo fianco e l’abbracciai. L’eccitazione svaporò rapidamente e ci addormentammo senza far nulla.
La seconda chiara opportunità di incularla mi è capitata un paio di anni dopo, il giorno di ferragosto. Eravamo soli in casa sua, dato che ogni anno a ferragosto i suoi genitori facevano la classica gita in montagna con gli amici, e quindi potevamo finalmente contare su un luogo molto più comodo e sicuro della ...
... mia macchina, dove poterci dedicare al nostro passatempo preferito.
Arrivai a casa sua alle undici di mattina, già carico come una molla in quanto avevo trascorso gran parte del giorno precedente a fantasticare sull’intera giornata di sesso che mi attendeva.
Suonai il campanello. Quando, dopo un po’, venne ad aprire la porta, capii che si era appena alzata da letto. Infatti nei giorni festivi le piaceva molto dormire fino a tardi.
“Sei già qua?”, mi chiese quasi seccata.
Indossava soltanto un paio di mutandine rosse e, nel solco tra i suoi seni, il caldo delle lenzuola aveva prodotto una miriade di goccioline di sudore, piccole perle dai riflessi biancastri, distinguibili appena nella penombra delle finestre accostate.
“Certo”, risposi ammiccando, “non vedevo l’ora”.
Ci abbracciammo e baciammo lungamente. Quel bacio così appassionato unito al contatto con il suo corpo nudo, me lo fecero drizzare prepotentemente tanto che lei si accorse subito del consistente cambio di pressione esercitato dai miei jeans sul suo ventre:
“Ma insomma!..... Ce l’hai già duro?”
“Ehi, ma che ci posso fare!.... E’ da ieri che penso a te, che penso a noi, a quello che avremo fatto oggi noi due insieme. E poi, vieni ad aprire la porta in queste condizioni …. cosa pretendi, che me ne rimanga tranquillo?”
Mi guardò con quei suoi occhioni neri e, sorridendo, abbassò la mano e mi accarezzò la patta dei pantaloni seguendo delicatamente la sagoma del mio membro in erezione. Poi mi ...