1. SEDOTTA DALLA ZIA BETTY


    Data: 17/06/2024, Categorie: Erotici Racconti, Racconti Erotici, Lesbo Autore: Anna68, Fonte: RaccontiMilu

    ... particolarmente”.
    
    -E’ per questo che non ti sei mai sposata?
    
    Anche stavolta non rispose subito. Disse in fretta “Bisogna avere fortuna, trovare la persona giusta. E ora è il momento di andare a letto”.
    
    Mi avvicinai e le diedi un bacio sulla guancia.
    
    -Sei la migliore zia del mondo.
    
    Sorrise e rispose dicendomi “E tu sei la nipotina più bella del mondo”.
    
    -Grazie zia.
    
    E qui successe una cosa incredibile. Mi alzò la maglietta e mi passò una mano sui seni. Io la guardavo stupita. Poi la girò sullo scherzo. “…con le tette più belle del mondo”, e mi fece il solletico, sapeva che lo soffrivo molto. Scoppiò a ridere, risi anche io e finì li. Ma a letto non riuscii a prendere sonno, pensavo e ripensavo a quell’episodio. La zia l’aveva fatto passare per una gag, ma a me non ero sfuggito un certo suo compiacimento nel toccarmi le tette. Ero ingenua ed inesperta, ma non avevo l’anello al naso. E ancora: in quei pochi secondi, con le sue mani che mi sfioravano il seno, come mi ero sentita io? Risposta: un certo languore mi aveva attraversato il corpo e una strana sensazione di arrendevolezza mi aveva presa. In altre parole: mi era piaciuto che la zia mi avesse accarezzato le tette. Dovevo preoccuparmi? Ma forse no, dai, esageravo, mi sbagliavo, quando mai….
    
    Il sabato trascorse spensierato e felice. Andammo ancora al mare, pranzammo con dei panini e la sera, dopo aver visto un film, ci mettemmo in terrazzo a guardare le stelle, sorseggiando mirto fatto in casa. ...
    ... C’era allegria, la zia era in forma, una battuta dietro l’altra sui nostri parenti, io ero piegata in due dalle risate. Eravamo complici, fatte della stessa pasta. Smettemmo di ridere, mi appoggiai al parapetto e guardavo la luna. Si era fatto silenzio. La zia, al mio fianco, mi abbracciò: “La mia dolce nipotina”, sussurrò. Io rimasi così per un po’, la testa appoggiata sulla sua spalla, gli occhi chiusi. La luna splendeva in alto nel cielo, sembrava di essere in pieno giorno. Zia Betty mi baciò sulla fronte, un bacio leggero, dolce, pudico. Ero come abbandonata, in trance. Mi godevo quell’abbraccio, la luna, le stelle, il tepore delle prime serate estive. Era tutto così piacevole che quasi non mi accorsi degli altri baci della zia. Sì, perché aveva continuato a riempirmi di bacetti affettuosi. Riaprii gli occhi, incontrai i suoi e in un attimo le nostre labbra si unirono. Come se fosse la cosa più naturale del mondo. E li capii. La volevo, così come lei voleva me. Fu tutto rapido ma mi sembrò un’eternità: la sua lingua che roteava dentro la mia bocca e giocava con la mia in un turbinio di sensazioni e umori; il suo sguardo lascivo mentre mi toglieva la maglietta, si chinava a baciarmi i seni; il mio sospiro “ah, si, zia”; la sua mano che si intrufolava dentro i miei pantaloncini. Mi prese per mano, mi portò giù in salotto. In piedi davanti a me, si tolse la maglietta gli shorts e le mutandine nere restando completamente nuda. Era stupenda, una donna nel fiore della maturità. ...
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