SEDOTTA DALLA ZIA BETTY
Data: 17/06/2024,
Categorie:
Erotici Racconti,
Racconti Erotici,
Lesbo
Autore: Anna68, Fonte: RaccontiMilu
Con zia Betty avevo un rapporto speciale. Era la zia giovane, ultimogenita della numerosa famiglia di mia madre: tra loro due c’era una differenza di oltre vent’anni. Una differenza anagrafica accentuata dall’apparenza fisica: mia madre a 56 anni ne dimostrava il doppio, era già un po’ curva e aveva i capelli grigi; la zia ne aveva 38 ed era bella come il sole. Non parliamo poi della personalità. Erano come il giorno e la notte. Mia mamma era una donna pia, la cui missione nella vita era cucinare, curare la casa, accudire alla famiglia, andare a Messa e mostrarsi compassionevole verso i parenti e i conoscenti più sfortunati. Si esaltava nelle disgrazie, ripeteva il suo mantra “poverina questo, poverina quello”. Non era mai uscita dall’Italia e arrossiva se sentiva una parolaccia. Una donna nata vecchia.
La zia al contrario era vivace, colta, estroversa, amava andare a ballare e divertirsi. Laureata in storia dell’arte, guadagnava bene e si sentiva realizzata. Per il suo lavoro viaggiava spesso in tutto il mondo: nel suo campo era ritenuta una vera autorità, partecipava a conferenze dove sfoggiava il suo inglese perfetto, non c’era bisogno dell’interprete. Aveva un senso dell’umorismo mordace e acuto, non convenzionale, politicamente scorretto. Sebbene volesse molto bene a mia mamma (ricambiata), non perdeva occasione per punzecchiarla scherzosamente. In una famiglia abbastanza puritana e di vedute ristrette come la mia, una estrosa e disincantata come zia Anna, che si ...
... permetteva pure di fumare (orrore!) era ritenuta, se non una pecora nera, una testa matta inaffidabile. Non era né sposata, né fidanzata, anzi a dire il vero non l’avevo mai vista in compagnia di un uomo. Anni prima veniva al mare con un’amica, Margherita, erano praticamente inseparabili, ma era sparita da un pezzo. Ogni tanto ne parlavo con la mamma:
-Ma come mai zia Betty non è sposata? E’ tanto bella…
Mia madre alzava le spalle o biascicava frammenti di risposta, e subito cambiava argomento. Per me restava un mistero. La zia era bella: alta, slanciata, con una cascata di folti capelli neri, leggermente arricciati, che facevano da cornice ad un viso dai lineamenti regolari, fini, delicati. Gli occhi castano chiari con striature di verde erano quasi a mandorla e mandavano lampi di divertita arguzia. Rideva spesso mettendo in mostra una dentatura perfetta su due labbra che parevano boccioli di rosa. Non si truccava, non ricordo di averla mai vista con lo smalto; solo per le grandi occasioni adoperava un po’ di rossetto. Ma non ne aveva bisogno perché la semplicità era la sua forza: non aveva bisogno di fronzoli. Quando andavamo al mare non potevo non ammirare il suo fisico mozzafiato, i seni pieni, due gambe ben tornite modellate dallo sport (era stata campionessa di pattinaggio), un sedere che appena appena iniziava a farsi più largo ma senza perdere un grammo della sua armonia.
Io la vedevo come una specie di essere superiore, che tutto poteva. La sua autonomia, la sua ...