La direttrice delle Risorse Umane (Lucia)
Data: 11/06/2024,
Categorie:
Etero
Autore: Leo71, Fonte: RaccontiMilu
... permesso, senza ottenere risposte. La casa non era molto grande, ed era immersa nel buio tranne che per una stanza in fondo al corridoio. La trovai là, seduta sul letto, mentre piangeva.
– Che è successo? Stai bene? Si girò di scatto e iniziò ad urlarmi contro. – Sei uno stronzo! Solo un grandissimo stronzo! Cosa ha quella troia più di me? Dimmelo!
Cascavo dalle nuvole – Ma di chi parli? Che diavolo dici? – Sei così stronzo che lo fai vedere a tutti che te la scopi, quella puttana! Guarda!
Prese il computer con Facebook già aperto e mi fece vedere che la mia amica Sonia mi aveva taggato in un post dove mi ringraziava per la bellissima cena di qualche sera prima. In effetti eravamo usciti, un mio tentativo di tirarle un po’ sù il morale dopo una brutta avventura, ma non mi sarei mai aspettato di vedere Lucia impazzire in quel modo solo per quello. Fu solo una cena, seguita da tante chiacchiere. A quel punto però mi incazzai io. Mi aveva fatto venire un accidente. Avevo piantato lì tutto in ufficio, per correre a casa sua. E il suo obiettivo era di farmi una sfuriata su roba scritta su Facebook? Mi altero raramente, ma quella volta diventai una furia.
Finimmo così ad urlarci in faccia, in piedi l’uno davanti all’altro, con lei che di tanto in tanto mi sferrava dei pugni sul petto. Le presi le braccia per bloccargliele, ed iniziammo così una specie di lotta. Per evitare calci, l’avevo spinta addosso al muro e le ero contro con tutto il mio corpo. Cercava di ...
... divincolarsi, ma senza successo.
– Cosa vuoi fare adesso? Eh? Che vuoi farmi ora? Me lo ripeteva continuamente. Rimanemmo fermi a guardarci. Lei respirava velocemente, digrignando i denti a pochi centimetri dal mio volto. Aveva uno sguardo carico di rabbia. – Ti odio! Ti odio da morire! Le braccia non facevano più forza e si stava abbandonando piano piano. Le parole uscivano sempre più rade, sempre più fioche e rotte da singhiozzi. – Ti odio, razza di stronzo… ma non riesco a non pensarti
Stava piangendo. Mi prese il viso tra le mani e lo avvicinò al suo, per poi baciarmi. Un primo bacio leggero, seguito da altri sempre più impetuosi. Io all’inizio non risposi, ma sentivo l’eccitazione crescere e tutta l’energia di quei momenti incanalarsi un una diversa direzione.
Fu di nuovo lei a prendere l’iniziativa. Mi slacciò i pantaloni che scivolarono giù di qualche centimetro, lasciando spazio alla sua mano per entrare. – ce l’hai già duro, brutto stronzo! Allora ti piace quello che ti faccio… dimmelo che hai una voglia matta di mettermelo dentro…
Due minuti prima mi stava urlando tutto il suo odio, ed ora la sua mano correva sulla mia asta, provocandomi ondate di piacere.
La presi e la spinsi verso il letto, costringedola a sdraiarsi sul ventre. Poi le sollevai la gonna, e, spostando le mutandine di lato, mi misi a cavalcioni su di lei, penetrandola. Entrai molto facilmente. Era bagnatissima, ma emise un breve urlo.
– E’ questo quello che volevi, stronzo? Volevi ...