Violagode, capitolo 18: il rientro
Data: 30/05/2024,
Categorie:
Etero
Autore: bettatroietta, Fonte: Annunci69
... quale sarebbe il motivo per cui hai bisogno di più tempo per te stessa?”
“Non c’è un modo semplice di introdurre l’argomento, quindi sarò diretta: ho cominciato una carriera nel porno.”
Silenzio.
Ancora silenzio.
“Film porno?”
“Sì.” Rispondo io con naturalezza. “E qualche spettacolo dal vivo nei locali.”
“Ah.” Si lascia sprofondare nella poltrona, con lo sguardo vuoto, mi sta guardando in faccia ma sono convinta che non mi stia neanche vedendo.
Riprendo la parola: “…e mi rendo conto che questo possa significare una incompatibilità con l’immagine dell’azienda.”
“Di sicuro.” Mi dice lui, sempre con lo sguardo fisso.
“Lavoro qui da dieci anni ormai, mi rendo conto che…” non so come dirlo, “mi rendo conto che se l’azienda decidesse che la mia figura è incompatibile dovremmo capire insieme come sistemare le cose.”
“Lasciami pensare!” Mi interrompe lui secco, passano uno o due minuti di imbarazzante silenzio. “Questa è una notizia che non so come gestire. Mi devi lasciare tempo. La tua decisione è già presa?”
“Ho già diversi video online, fra una decina di giorni uscirà il primo film mainstream in cui recito.”
“…mainstream…” Continua a guardarmi senza vedermi. “Qualcun altro in azienda lo sa?”
“Direi di no, non credo almeno, non ora almeno.”
Sembra svegliarsi d’improvviso. “E il nuovo cliente? Qualcuno di loro lo sa?”
Oddio, cosa rispondo? Non posso dirgli di Alberto, non posso tradirlo, ma non posso neanche mentire. “Ecco…” cerco ...
... le parole. “C’è una persona in quell’azienda che mi conosce, che sa cosa faccio, diciamo che ci eravamo già incontrati nell’altro… contesto.”
Lui si rabbuia, poi mi giarda dritto negli occhi. “Possiamo contare sulla sua discrezione?”
“Direi di sì.”
“Speriamo.” Si passa le mani sul volto, è visibilmente sconvolto. “Non vorrei che questa cosa arrivasse alla loro dirigenza, come si chiama quello stronzo del loro presidente? Va be’, non importa come si chiama, ma so che è un vero figlio di puttana, speriamo che non venga mai a saperlo…” Si interrompe.
Cosa gli dico? Sta parlando di Alberto.
“Parlerò con quella persona.” Gli dico io con un tono sicuro e rassicurante che neanche io mi aspettavo di poter avere. “La cosa non avrà ripercussioni.”
Scuote la testa. “Viola, non so cosa dirti, mi dai un paio di giorni per pensarci?”
“Certo.”
“Hai ancora ferie?”
“Sì perché?”
“Prenditi un giorno domani e magari dopodomani, quando torni in ufficio vieni direttamente da me.”
“Capisco.” Faccio io alzandomi. “Indipendentemente dalle decisioni che verranno prese, ci tengo a precisare che questa è per me una scelta di vita di cui non mi vergogno e non intendo farmi mettere i piedi in testa da nessuno.”
“Lasciami il tempo di riflettere…” È esausto.
“Un giorno.” Rispondo io abbassando un po’ la gonna con un gesto secco delle mani e scostandomi i capelli, petto in fuori e mento alto. “Tornerò dopodomani.”
Quando sono fuori dall’ufficio mi sento un leone. ...