La mia amica Vale
Data: 29/05/2024,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Etero
Autore: DangerousMind, Fonte: RaccontiMilu
... partire. Avevo messo una corda e una benda nera in una tasca esterna dello zaino ed ora aprendo quella tasca li ritrovo li. “Fantastico” penso. Avendo smesso in anticipo, il sole non è ancora tramontato e decido di approfittarne. “Aspetta un attimo a rivestirti. Ti voglio fare degli altri scatti, in pineta” le dico io. Vale: “Daiii, basta con queste foto, sono eccitata, ho voglia, mi vuoi fare soffrire ancora???” Io: “Dai andiamo, ho un’idea estrema. Una di quelle cose che non avresti mai fatto e che ora invece farai. Dai veloce, seguimi” Ci spostiamo rapidamente nella pineta li vicino. Trovo un posto abbastanza appartato tra gli alberi, in pratica è aperto solo da un lato. Le spiego la mia idea e lei mi guarda strano, ma le ricordo chi è che comanda. “Non pensare, esegui e basta!”, le dico, “Ora spogliati!”. Lei si toglie il costume che si era rimessa e rimane ancora una volta nuda, all’aperto. “E se arriva qualcuno?” protesta lei. “Per ora siamo soli, e poi anche se fosse? Ti hanno già vista per bene” controbatto io.
La faccio avvicinare a un tronco robusto e mettere, schiena all’abero, sulle ginocchia. le lego un polso con la corda, la passo attorno all’albero facendola passare da sopra a un ramo per tenerla su, e infine le lego l’altro polso. E’ bloccata in ginocchio contro l’albero con le mani alzate. Nuda, le tette sode e piene esposte. Infine le metto la benda nera attorno agli occhi. Essere legata l’ha turbata, ma ora senza la vista dev’essere ...
... ancora peggio. Prendo una bottiglietta d’acqua che avevo nello zaino e ne verso un pò addosso al suo petto, per bagnarla e rendere più lucente la pelle. Le passo con le mani per renderla uniforme. Mi soffermo forse un pò troppo sul seno. I capezzoli sono turgidi e il respiro non è regolare. Non parliamo, ma capisco che la situazione la sta eccitando. Mi allontano per scattare. La lascio sola, esposta, vulnerabile. Vale non può vedere se c’è qualcuno che la guarda, o peggio, le si avvicina.
Scatto. Lei può solo sentire in lontananza i miei “click”. Passa pochissimo tempo prima che si avvicini qualcuno. Mi vede, era uno degli uomini di prima. Dietro di lui ne arrivano altri due. Piano piano si avvicinano sempre più a lei, osservandola. Lei sente che c’è qualcosa, ma non dice niente. Dato il posto riservato, gli uomini non si astengono dal toccarsi. Intanto io continuo a scattare, ma con lei legata le foto mi sembrano in effetti tutte uguali. Opto per un cambiamento di cui gli altri mi saranno grati. Le dico di mettersi accovacciata sui piedi, probabilmente una posizione più comoda anche per lei dato che vedo le sue ginocchia, prima appoggiate per terra, tutte rosse. Lei esegue ma sta a gambe chiuse. I tre sono ormai a pochi metri da lei. Le dico solo un “aprile!” eloquente. Vale esegue e gli uomini si trovano il suo sesso aperto in bella vista. Mi trovo lontano da lei, a una decina di metri circa, dato che utilizzo un obiettivo che non ha un grandangolo. ...