Il Consulente – Il nuovo Studio
Data: 18/05/2024,
Categorie:
Etero
Lesbo
Sesso di Gruppo
Autore: Pablo_Ruinez, Fonte: RaccontiMilu
... dopo il giro uffici.
Cominciai a guardarla con attenzione: ho capito perchè il vecchio se la scopava solo da come teneva in bocca la sigaretta. In quel momento l’idea di metterla a pecorina sulla scrivania………… ok basta. Finisco o lo faccio davvero.
Finii in fretta e uscimmo insieme, lei prese su la sua piccola auto e tornò a casa, da marito-figlio piccolo-figlia grande (“due e quattro anni”). Io mi incamminai verso casa, non lontano mi chiamò Antonio e passammo la serata a bere birra in un locale di amici.
Giugno era appena cominciato, e l’estate si preannunciava calda. Molto.
Alessandra il giorno dopo si presentò vicino alla porta esterna, quella che delimitava il giardino dello studio mentre parcheggiavo la macchina. Aveva un pantalone lungo, nero, e camicetta trasparente, il reggiseno teneva su quelle due tette superbe anche dopo le due gravidanze.
– Caffè? Ogni mattina al bar…- propose – offro io..! – Sì, ok, tu offri il caffè, io il cornetto. Accordo preso. La seguii non sapendo dove andare tra i tre bar della zona. Scelse quello più vicino e anche quello con il caffè e i cornetti più buoni. Da dietro vedevo il suo ancheggiare sui tacchi 10: sì il culo ondeggiava, e sotto la camicia si intravedeva il suo perizoma, poco fuori dal bordo del pantalone. Lei fumava.
Al bar ci sedemmo fuori. Arrivarono con i caffè e i cornetti. Alessandra aveva schiacciato la cicca nel posacenere sul tavolo, alzò lo sguardo. Accavallò le gambe, prese un cornetto e si mise ...
... in posizione di ascolto: mangiava e poneva domande.
– Quindi sei rientrato? Dove stavi prima? – Sì, Milano – Non vivevi bene su? – Molto, avevo messo su casa. – Era bella? – Sì tanto, amo arredare la mia casa – Ho visto da come monti i mobili..? Le domande erano lasciate cadere nel vuoto con nonchalance mentre sentivo i suoi sguardi dappertutto. Non che fossi da meno: seguivo con lo sguardo le linee del suo corpo. Le risposte a monosillabi mi servivano per prendere tempo. – Bassa manovalanza. – Torniamo? sono le 9.00 – Ok. Il caldo si faceva sentire e quando entrammo in studio il condizionatore ci fece trovare una temperatura più mite.
La giornata andò avanti tra ricevimento clienti, altri caffè. Alessandra correva da una parte all’altra dello studio, stampava, caricava dati, ristampava senza sosta tra una sigaretta e l’altra. Ogni tanto si affacciava sulla porta, chiedeva più confidenza. Sì va bene, ma ho da fare.
In tarda mattinata mi alzai per andare al frigo a prendere l’acqua ghiacciata. La trovai che si era persa a cercare il suo pranzo. Il suo culo era lì, imperioso, sollevato in alto, la camicetta scorreva lungo la schiena mentre lei era china. Sì la posizione invitava. No, non era il momento ancora.
– Cerchi…? chiesi – il mio pranzo. A pranzo mi fermo a studio, gli altri non ci sono e ritornano alle 4 oggi pomeriggio, stanno sempre in giro da clienti. Se vengono, poi. A volte sono assenti tutto il giorno. Pensieri cattivi affascinavano la mia mente. E il ...