1. Colatura di ostrica


    Data: 12/05/2024, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: OstricaeVino, Fonte: Annunci69

    Ostrica
    
    Eccolo qui, malgrado i 10 anni trascorsi Rossano non è cambiato poi molto, solo un poco più brizzolato e con una manciata di nuove piccole rughe attorno agli occhi color nocciola.
    
    Lo sguardo però è sempre quello: scanzonato e strafottente, almeno finché non si accende di desiderio: allora i suoi occhi diventano due fessure ardenti, a tratti luciferini.
    
    Io e Vino incontriamo Rossano in un bar del centro. È da un po’ che il mio Amore mi chiede di raccontargli la storia di quella "caccia" di tanti anni prima, culminata nella celeberrima "cena alla colatura di Ostrica" e stasera finalmente lo accontenterò. Non solo: dal momento che sono una vera "Regina del Piacere", ho pensato di coinvolgere l’altro protagonista (Rossano, per l’appunto), non certo per aiutarmi a ricordare (ho una memoria da elefante di mio ma poi, parliamoci chiaro, certe serate ti si stampano nella memoria a caratteri indelebili), ma per rendere più pepata la situazione, e chissà che, tra una rievocazione e l'altra, la serata non prenda una piega birichina.
    
    I fatti si svolsero più o meno così.
    
    Di ritorno da una divertentissima serata di danze caraibiche, vagavo con i miei accompagnatori - due vecchi amici - per una Milano deserta e assonnata. Erano le 2 passate, ed eravamo in cerca di un bar dove poterci dissetare e riposare prima di fare ritorno alle rispettive case: non era ancora estate ed eravamo fuori dai circuiti della movida, pur essendo in zona semicentrale... la nostra non era ...
    ... affatto un'impresa facile.
    
    Finalmente trovammo un bar ancora aperto: era stato certamente ristrutturato da poco, sgabelloni, bancone, panche e tavolini nuovissimi, luci soffuse, musica d'atmosfera... "Facciamo in tempo a bere qualcosa?" Rapido sguardo tra la cameriera e un tipo appollaiato in disparte, “certamente!" rispose lei, "accomodatevi dove volete".
    
    Tracannammo in un fiato ognuno la propria birra (la mia rossa, of course), fino a quando, al secondo giro, la mia vescica non richiese urgentemente di essere svuotata.
    
    Trovai strano che, chiedendo alla cameriera dove fosse la toilette, lei mi rispondesse "ti accompagno, è in cortile" e in effetti, appena fummo lontane dagli sguardi dei miei due amici, mi mise in mano - arrossendo imbarazzata - un bigliettino con un numero di telefono e una scritta "sei bellissima, vorrei invitarti a cena. Rossano". "È stato il proprietario, scusa, mi ha costretta a dartelo" si giustificò lei.
    
    Sorridendo tra me e me misi il bigliettino nella tasca della minigonna, e, dopo avere controllato che l'immagine che mi rimandava lo specchio fosse quella di una sorniona indifferenza, tornai al mio tavolino, lanciando di sfuggita un'occhiata al tipo che, dal bancone, abbozzò al mio arrivo un movimento del capo, cui risposi con l'accenno di un lieve sorriso.
    
    Avevo precedentemente notato i suoi sguardi indugiare sulle mie dita che ripulivano l'orlo del bicchiere dal rossetto e, in più di un'occasione, avevo premiato il suo mal dissimulato ...
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