Danilo e federico - parte i: nella tana del lupo (4)
Data: 11/05/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
... passata appena mezz’ora da quando mi aveva scritto a quando il mio dito tremante si poggiò sul campanello dell’interno C2. La spia della videocamera si accese dopo pochi istanti e il portone si aprì, con un duro suono metallico che mi vibrò nel petto. Lo spinsi e percorsi il corridoio fino all’ascensore: l’interno C2 si trovava al quinto piano. L’ascensore raggiunse il piano sferragliando e, con un ultimo sobbalzo, le porte scorrevoli si aprirono. Misi il piede sul pianerottolo e notai che la porta era già aperta. Prima di entrare mi sfregai le mani, congelate dal freddo improvviso di novembre, e bussai, varcando la soglia.
L’appartamento era lussuoso e spazioso, nulla a che vedere con la mia topaia.
«Chiudi la porta, ho il riscaldamento a pavimento acceso» risuonò da un’altra stanza la voce calda e profonda che non sentivo da oltre un mese, cosa che mi procurò un brivido lungo la schiena. Effettivamente, il tepore aveva già cominciato ad avvolgermi, così allentai leggermente la sciarpa, che sembrava già volesse soffocarmi, e mi introdussi nella tana del lupo.
Chissà se ne uscirò vivo, pensai ironicamente, mentre attraversavo il corridoio cercando di individuare la fonte di un rumore simile a fogli di carta consultati in fretta e furia. Notai in fondo a destra una porta socchiusa da cui fuoriusciva una lama di luce, così avanzai e aprii la porta.
Danilo era dietro una modesta scrivania in legno, a petto nudo, con indosso un paio di pantaloncini grigi. Quando ...
... entrai, levò lo sguardo, per poi subito riabbassarlo sulle pile di documenti che stava consultando.
«Perché sei qui?» mi chiese, senza sollevare la testa.
Esitai. «A dire il vero, non lo so bene nemmeno io».
L’uomo sorrise beffardo: «Non cominciare a prendermi in giro. Come vedi, sono piuttosto occupato, quindi vedi di parlare chiaramente».
Mi feci coraggio e mi diressi verso un piccolo divano a due posti sul lato sinistro della stanza e mi accomodai.
«Togliti il cappotto. Dio, non stai morendo di caldo?» mi fece notare lui.
«Effettivamente…» convenni e mi spogliai lentamente, rimanendo in pullover. Calò il silenzio: il fatto che io fossi in quella stanza con lui non sembrava interessargli particolarmente, così decisi di schiarirmi la voce: «Ecco, sì. Ho una cosa da chiederti».
«Dammi un paio di minuti».
«D’accordo» e mi ammutolii. L’orologio a muro segnava in maniera quasi assordante lo scorrere dei secondi, mentre mi sfregavo le mani in imbarazzo. Dopo qualche minuto, anche il pullover sembrava essere eccessivamente soffocante per quella temperatura, ma non lo diedi a vedere.
Danilo si alzò. Non ricordavo che fosse così alto e imponente: la visione mi fece arrossire violentemente. Lo vidi recarsi verso una teca di vetro, da cui prese del whisky e se ne versò un bicchiere. Poi, come ricordandosi della mia presenza, mi chiese: «Ne vuoi un po’?».
«No, grazie» risposi.
«Come vuoi» disse, con una scrollata di spalle, e fece scendere lungo la gola il ...