1. Danilo e federico - parte i: nella tana del lupo (4)


    Data: 11/05/2024, Categorie: Gay / Bisex Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69

    Alla fine, non riuscii ad ottenere tramite concorso il posto di ruolo a Milano, ma fortunatamente mi si presentò una supplenza annuale, con enorme sollievo da parte mia. Sebbene fossi legato profondamente alla mia famiglia, ero anche consapevole che non avrei potuto vivere per sempre sotto il tetto dei miei genitori. Affittai un minuscolo monolocale che mi prosciugava buona parte dello stipendio, lasciai definitivamente la mia terra natale e mi trasferii in città. Anzi, nella città. Milano mi chiamava a sé, in coincidenza con l’esigenza sempre più impellente di indipendenza.
    
    Mi appassionai al lavoro con estrema dedizione e il primo mese trascorse serenamente. Il tempo libero che mi restava era davvero centellinato, ma me lo godevo appieno. Da quel giorno in hotel, mi capitava di ripercorrere ciò che avevo forzatamente vissuto e, a volte, mi ritrovavo ad avere delle erezioni che continuavo a reputare non propriamente normali. La foto che l’uomo mi aveva inviato era ancora visibile in chat e un paio di volte l’avevo sfruttata come stimolo di masturbazione.
    
    Era una fredda sera di novembre, durante un weekend anonimo come tanti altri. Non avevo nessuno con cui uscire, i colleghi che avevo conosciuto avevano già altri impegni; l’alternativa rimasta era di chiudermi in camera a segarmi. Però, quella sera, le mie dita presero inaspettatamente un’altra direzione. Aprii Facebook e sulla barra di ricerca digitai “Danilo Rinaldi”. Il profilo si presentava identico a poco più di un ...
    ... mese prima ma, scorrendo le informazioni, un dettaglio rapì la mia attenzione e mi fece balzare il cuore in gola: “vive a Milano”.
    
    Strano, fino a un mese fa risultava che abitasse a Roma. Ero perplesso. Mi conoscevo: la mia curiosità non si sarebbe sedata così facilmente, quindi mi feci coraggio e aprii la conversazione, rimasta invariata con il suo ultimo messaggio che ancora mi balenava nel cervello nei momenti più disparati.
    
    “Vivi a Milano ora?” digitai. Non so perché presi questa decisione, agii unicamente seguendo il mio istinto. Incredibilmente, il cellulare notificò il messaggio dopo pochi minuti.
    
    “Sì”; risposta fredda e laconica.
    
    “Anche io” replicai.
    
    “Ok”. Segno di onesto disinteresse per la notizia.
    
    “Vorrei incontrarti” risposi, mettendo in campo un coraggio che raramente nella mia vita avevo tirato fuori.
    
    “Come scusa?”.
    
    “Sì. Abbiamo un conto in sospeso”.
    
    “Non credo proprio, ho molto da fare. Lasciami in pace”.
    
    Presi del tempo prima di trovare le parole giuste. Alla fine, formulai il messaggio seguente: “Credo che tu me lo debba. Devo chiederti una cosa e devo farlo di persona”. Anche la sua risposta si fece attendere, ma poi lessi sullo schermo: “Non credo di doverti nulla, ma fai un po’ come ti pare. Questo è il mio indirizzo. Interno C2”. In allegato, la posizione su Maps. Nell’arco di 5 minuti, mi preparai e uscii di casa, sospirando.
    
    Fortuna volle che le nostre abitazioni fossero separate da una sola fermata di metro, quindi era ...
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