1. La caduta di Serena - capitolo 8


    Data: 01/09/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: subbywife, Fonte: xHamster

    ... alla punta… che si aprì.
    
    Cominciò prendendone un pezzetto, un centimetro di quell’oggetto in cui riconobbe anche il gusto dei suoi umori… ad occhi chiusi faceva un lieve su e giù impacciato, dettato da una vergogna che non le lasciava scampo.
    
    Fu la mano nei capelli di Paola a farle capire che non bastava. La afferrò saldamente, e a forza, guidò un su e giù dapprima energico, poi profondo… ogni volta che Serena si chinava sul dildo, Paola la teneva giù un paio di secondi più del necessario… saliva andava così ad aggiungersi a saliva, visto la profondità dell’ingoiare che l’altra imponeva…
    
    “Così, gran signora” diceva la sua aguzzina, continuando a dettare i ritmi del succhiare “dato che con questa bocca ci faranno di tutto, è meglio che ti abitui…” e spingeva, a fondo, la testa di lei.
    
    Per tre volte Serena fece lo s**tto improvviso, semi soffocata, facendo fuoriuscire il cazzo dalla bocca e tossendo saliva, ma sempre Paola la riprendeva al volo e la obbligava a riprendere il pompare… Il risultato era un pavimento reso viscido sia sotto la sua figa, che attorno alla base del dildo…
    
    D’improvviso, entrò Marco. Serena poteva solo intuire che fosse lui, la posizione prona non le permetteva di vedere oltre le sue scarpe…
    
    “Allora, come lavora la persona?” chiese a Paola.
    
    “Direi chela stiamo ridimensionando un pochino… forse, se glielo chiedi, non sarà più così piena di sé da definirsi persona…” disse sorridendo la donna, alzando di colpo la testa di Serena, per ...
    ... farle guardare direttamente Marco, che si chinò accanto a lei.
    
    “Cosa sei?” le chiese Marco, fissandola negli occhi.
    
    Serena si rendeva conto di essere stata spogliata di ogni dignità… era inutile mostrare una qualsiasi forma di orgoglio… assecondare. Ubbidire. Totalmente.
    
    Questo voleva. Questo otteneva. Sempre.
    
    “Una putt… puttana…” disse piano.
    
    “La mia puttana.” Precisò Marco.
    
    “La… la tua puttana…” singhiozzò Serena.
    
    “Eppure mi avevi detto di essere una persona… ma sbagliavi, vero puttana?” rincarava lui, passandole un dito lungo il viso.
    
    “Io… sì… sbagliavo… adesso… posso riposare… per favore…” chiese disperata Serena.
    
    Marco si rialzò. Prese le polsiere dalla scrivania e fece un cenno a Paola, che fece inginocchiare Serena, tirandola per i capelli. Marco non trovò opposizione da parte della sua preda, quando le congiunse dietro la schiena e le legò assieme.
    
    “Torno di là” disse Marco rivolto a Paola “continua come ti ho detto.” E fece per andarsene.
    
    “Io… ti prego Marco… ho detto quello che volevi, ti scongiuro!” diceva Serena, inginocchiata, cercando compassione.
    
    Lui sorrise.
    
    “Dire è un conto… quello che pretendo è molto, molto di più. Paola, la voglio in calore.” E se ne andò, chiudendo la porta.
    
    Serena si afflosciò sulle ginocchia, a capo chino. Implorare, scusarsi… nulla, non serviva a nulla. Ed ora sentiva di nuovo la mano di Paola tra i capelli… la strattonava, lasciando per un attimo il guinzaglio che ciondolava tra i suoi seni… lei ...
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