1. Roscio er froscio - 1


    Data: 01/09/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... appena a rassegnarsi al suo destino, quando l’amico tornò.
    
    “Tutto a posto, Paolé, - gli disse – ho parlato con st’amico mio, che ha fatto una telefonata. Er Roscio t’aspetta.”
    
    Paoletto annuì, combattuto fra il sollievo per lo spiraglio che gli si apriva, e l’angoscia per quello che probabilmente lo aspettava.
    
    “E non fare quella faccia, dai. – lo incoraggiò Valerio – Se sistemerà tutto, vedrai…”
    
    “Se sistemerà tutto… - ripeté cupamente lo Scopino – è facile fa’ er froscio col culo degli altri!”
    
    “A Paolé, - saltò su irritato Valerio – te la sei cucinata con le mani tue sta pastasciutta e mo’ te la magni!”
    
    “Hai ragione, scusami… E grazie per quello che hai fatto. Qualunque cosa succede, ti sono riconoscente, sul serio, Valè. Sei n’amico.”, e lo abbracciò, quasi con le lacrime agli occhi.
    
    “Dai, s’aggiusterà tutto.”, ripeté Valerio, dandogli colpetti sulla schiena, commosso anche lui e un po’ imbarazzato per quella dimostrazione d’affetto.
    
    “Vieni pure tu?”, chiese Paoletto.
    
    “T’accompagno fino al posto, poi devi vedertela da solo.”
    
    Mezzora dopo, Valerio fermava la macchina davanti alla vetrina del bar Bisboccia.
    
    “E’ qui?”, chiese lo Scopino.
    
    Valerio annuì.
    
    “Sì. Vai dentro e di’ al barista che te mando io e che devi vede’ er capo. Vai. S’aggiusterà tutto, vedrai.”
    
    “Grazie, Valè… ci vediamo.”, e uscì dalla macchina, dirigendosi in fretta verso il locale.
    
    Pochi minuti dopo, bussava trepidante alla porta degli uffici, sul retro del ...
    ... bar.
    
    “Cerco il Roscio…”, disse al tipo poco raccomandabile che gli aprì.
    
    Quello fece un cenno della testa per invitarlo a entrare e un altro per indicargli una zazzera rossa seduta ad un tavolo, di spalle, poi uscì, lasciandoli soli.
    
    Paoletto rimase lì impacciato, non sapendo che fare, finché l’altro si voltò:
    
    “Ah, sei tu, Scopì? – fece, alzandosi con un largo sorriso – Ho saputo che volevi vedermi.”
    
    Paoletto conosceva il Roscio solo di fama, non lo aveva mai visto e si era aspettato chissà che tipaccio; per cui, si ritrovò mezzo spiazzato nel vedersi di fronte un giovane d’aspetto piacevole e dall’aria gioviale.
    
    “Vieni, nun avé paura, - continuò il Roscio – ho saputo che c’hai un problema e vorresti l’aiuto mio… Siediti, e raccontami tutto. Se te devo aiutà, c’è bisogno che non me nascondi niente.”
    
    Paoletto si sedette su una sedia, torcendosi le mani: da dove cominciare?
    
    “Vuoi una birra, una sigaretta?”, chiese il Roscio, dandosi una vistosa sprimacciata in mezzo alle gambe.
    
    “No… - balbettò lo Scopino – il fatto è questo…”, e cominciò a raccontargli tutta la faccenda, anche i particolari più scabrosi: c’era qualcosa in quell’uomo che stimolava a confidarsi, e lui si confidò.
    
    “Accidenti! – commentò alla fine il Roscio – E come ti è passato per la mente di fare uno sgarbo simile a quella persona?”
    
    “Non lo so, la faccenda mi è sfuggita di mano…”
    
    “E adesso vuoi che ci metto una pezza io.”, era un’affermazione, non una domanda.
    
    Paoletto non rispose, ...