Danilo e federico - parte i: il mostro (10)
Data: 14/04/2024,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: vgvg91, Fonte: Annunci69
... momenti avevo quasi la sensazione che si sarebbe tradito, che mi avrebbe cercato, irretito da me, da qualsiasi cosa significassi per lui. Quando il cellulare squillò in una serata qualunque, ebbi un fremito, ma era solo un messaggio da parte di mia sorella.
“Ciao Fede! Come stai?”.
“Ciao Chiara! Insomma, abbastanza bene. Tu?”.
“Mamma è preoccupata. Vuole sapere se hai più rivisto quell’uomo”. Mi presi del tempo per rispondere, poi optai per la verità, ma senza approfondire alcunché.
“Sì, solo una volta, ma non l’ho più visto e non lo sento da giorni”.
“E ti sta bene?”.
“L’ho deciso io”.
“Lo sai, Fede… se hai bisogno di parlare, sono sempre qui. La tua sorellona è pronta all’ascolto ogni volta che vuoi!”.
“Grazie Chiara, lo farò” risposi. Ero sincero: non mi andava di tenere nuovamente all’oscuro mia sorella di tutta questa situazione.
Mentre il tempo continuava la sua corsa inarrestabile, un evento del tutto inaspettato turbò notevolmente la mia psiche, un evento in cui precipitai per mia stessa volontà.
Era un weekend particolarmente noioso e piovoso di febbraio. Una strana sensazione di vuoto aveva cominciato a divorarmi dentro: lo avvertivo come un mostro che si nutriva della mia confusione, del mio stesso essere, alimentando le mie pulsioni sessuali. Per placare la bestia, mi iscrissi su un sito di incontri e scelsi anche una foto a metà strada tra il pudico e lo sfacciato del mio culo.
“Cerco maschio per stasera. Disponibile a ...
... ospitare”.
Dopo qualche minuto, il cellulare notificò una risposta al mio annuncio.
“Ciao, posso essere io quel maschio?”. La foto ritraeva un uomo sulla cinquantina: aveva barba e capelli brizzolati, il giusto pelo sul petto e un fisico niente male.
“Con piacere” risposi d’istinto e condivisi con lui la mia posizione. Avrebbe potuto essere anche un malintenzionato, un serial killer, un criminale, sebbene il suo candido sorriso trasmetteva sicurezza. Non me ne importava niente: l’impulso sessuale ebbe la meglio sulla ragione, nel disperato tentativo di sfamare quel vuoto che mi stava divorando.
Dopo un’ora, il campanello suonò e andai ad aprire in intimo: non avevo tempo da perdere. L’uomo corrispondeva alla foto del profilo, notai con sollievo: mi sorrise, rendendosi conto della mia accoglienza, ed entrò in casa.
«Sono Franco, piacere» fece lui, tendendomi una mano. Era più o meno della mia stessa altezza. Ricambiai la stretta con poco trasporto e disinteresse: quei convenevoli non solleticavano minimamente il mio interesse. Però captai nella sua pronuncia un marcato accento meridionale.
«Sei del sud?» gli chiesi.
«Sì, sono calabrese. Credo si senta» rispose lui, ridendo.
«Io sono pugliese». Poi mi avventai su di lui, senza pensarci.
Franco, sorpreso dal mio gesto impulsivo, mi disse: «Accidenti! Sei focoso come un vero meridionale» ma lo zittii con un bacio che ricambiò con passione. Mentre le nostre lingue giocavano, cercandosi nei rispettivi cavi orali, ...